Il ponte sullo stretto di Messina è uno degli argomenti più controversi dell’ingegneria e della politica di questi ultimi anni. Il tema che riguarda la connessione diretta della Sicilia al continente europeo è infatti un tema che ha visto impegnati gli antichi romani ed è giunto fino ai giorni nostri, con una vicenda che, stando all’attuale situazione, sembra non dovere avere mai fine. Il mare dello stretto e i terreni circostanti ai punti su cui dovrebbe poggiare l’eventuale ponte, sono ricchi di storie e leggende che ne arricchiscono il fascino, suscitando il giusto interesse da parte di molti. Attraversando questo ponte immaginario, conosciamo i lati oscuri di uno dei tanti misteri italiani.
“Intanto navigavamo preoccupati
Traduzione dall’Odissea di Omero
nello stretto sentiero: Scilla
da un lato, dall’altro l’orribile
Cariddi che inghiotte le onde
e che, ogni volta che le rigetta,
mormora ribollendo come una
caldaia infuocata. E le onde,
che salivano fino al cielo,
ricadevano poi sulle cime di
entrambi gli scogli.”
LA LEGGENDA DI SCILLA E CARIDDI
Sin dai tempi più remoti, lo Stretto di Messina è sempre stato un luogo ricco di suggestione e di fascino che ha contribuito significativamente a creare i tanti miti ad esso connesso. La navigazione dello Stretto, infatti, ebbe nell’antichità una bruttissima fama e realmente presenta notevoli difficoltà, specialmente per le correnti rapide ed irregolari. Anche i venti vi spirano violenti e talora in conflitto tra loro. A volte, le correnti raggiungono una velocità di 9 Km all’ora e scontrandosi danno luogo a enormi vortici che, ancora oggi, sono in grado di terrorizzare i naviganti. I più noti sono quello che gli antichi chiamarono Cariddi (colei che risucchia), che si forma davanti alla spiaggia del Faro e l’altro Scilla (colei che dilania), che si forma sulla costa calabrese da Alta Fiumara a Punto Pizzo. Questi due vortici famosi derivano dall’urto delle acque contro Punta Peloro e Punta Torre Cavallo. Cariddi è accompagnato talvolta da un rimescolarsi delle acque così violente da mettere in pericolo le piccole imbarcazioni. Tra le leggende più belle appartenenti al patrimonio culturale dell’antica Messina, la più nota è, senza dubbio, la leggenda che ricorda l’esistenza del mostro Cariddi, mitica personificazione di un vortice formato dalle acque dello stretto di Messina.
IL MISTERO DEL PONTE SULLO STRETTO
Il ponte sullo Stretto di Messina è un ponte sospeso che dovrebbe attraversare lo Stretto, realizzando il collegamento stabile stradale e ferroviario dell’isola di Sicilia con la Calabria e il continente europeo. Analizzando la lunghezza dei vari ponti presenti nel modo (il ponte più lungo del mondo è oltre 40Km!) si potrebbe pensare che il progetto del ponte sullo stretto di Messina sia una cosa facile, ma non è così. Qualora venisse realizzato, il ponte di Messina sarebbe un ponte sospeso, a campata unica, lungo 3666 metri, con luce centrale di 3300 metri, una lunghezza che eccede di oltre il 60% la lunghezza del ponte sospeso più lungo del mondo, il Ponte di Akashi-Kaikyo, in Giappone. La maggior parte dei ponti hanno infatti più campate (poggiano su tantissimi piloni) e quindi sono delle vere e proprie autostrade sul mare.
L’idea di collegare in modo stabile la Sicilia al continente ha origini che si perdono nel tempo fino ad arrivare all’epoca dei Romani, che avevano pensato e, probabilmente, realizzato un ponte su barche. Questa soluzione, quasi banale, avrebbe però impedito il transito delle navi nello stretto. Si racconta, infatti, che essi fossero riusciti a far transitare le truppe su un ponte di barche e botti. Il tentativo è narrato da Plinio il Vecchio che narra della costruzione, voluta dal console Lucio Cecilio Metello nel 251 a.C., di un ponte fatto di barche e botti per trasportare dalla Sicilia 140 elefanti catturati ai Cartaginesi nella battaglia di Palermo.
Dalla storia dell’opera emerge che, dopo alcuni decenni di progettazione e a seguito di una gara di appalto internazionale, l’opera era stata affidata a un contraente generale che ha visto il proprio progetto approvato in via preventiva il 29 luglio 2011. Una serie di problematiche di tipo legislativo e burocratico, non hanno consentito però a questo progetto di ottenere un’approvazione definitiva, facendolo di fatto decadere proprio nei primi mesi di quest’anno.
Il ponte sullo Stretto resta dunque ancora un sogno e continua a vivere nel mito dei suoi miti e dei suoi misteri.
ALLA SCOPERTA DI SCILLA
Il monumento principale, ormai simbolo della città, è il Castello che sorge sul promontorio e dal quale si può ammirare un panorama mozzafiato.
Descritto già nell’Odissea di Omero, fu spesso teatro di numerose dominazioni a causa della sua favorevole posizione, proprio all’ingresso dello Stretto di Messina.
Il borgo di Scilla è conosciuto per i rarissimi limoni chiamati “verdelli” e la produzione di preziose uve “zibibbo”.
Tra le manifestazione principali, da ricordare la festa di San Rocco, patrono della città, che si celebra il 16 agosto e durante la quale si alternano momenti religiosi a manifestazioni di carattere popolare. La statua, preceduta da una fiaccolata, viene trascinata a spalla per le vie del paese per giungere poi nella Piazza principale, accompagnata da stupendi e suggestivi giochi pirotecnici e dalle note suonate dalla banda del paese.
Da maggio ad ottobre, si può partecipare all’importante Estate Scillese, un insieme di eventi e manifestazioni organizzati per promuovere la cittadina calabra.
L’estate scillese si conclude con il conferimento del “Premio Internazionale Scilla”, istituito con l’intento di promuovere la cittadina insieme alla sua storia, ai luoghi, e ai personaggi, riscoprendo avvenimenti del passato legati alla storia e alla leggenda. Organizzata all’interno del Castello Ruffo, la manifestazione si apre con l’assegnazione della cittadinanza onoraria a un noto personaggio e si chiude con la premiazione delle varie sezioni, come quelle dedicate alla cultura calabrese, alla poesia, ai grandi personaggi del mondo della cultura.