Geograficamente parlando, la regione Friuli-Venezia Giulia è costituita dal connubio tra due aree, il Friuli, che costituisce circa il 96% del territorio e ha la sua capitale storica a Udine e la Venezia Giulia, rimasta all’Italia dopo la Seconda guerra mondiale. Il reale confine che separa queste due zone è però oggetto di frequenti controversie: da un lato ci sono i sostenitori di un confine costituito dal fiume Timavo, un fiume in parte sotterraneo, altri invece, residenti soprattutto nel Goriziano, sostengono che lo stesso passerebbe lungo il fiume Isonzo. La regione è prevalentemente montuosa, infatti le montagne occupano più del 40% del territorio, superando, se pur di poco, le pianure e lasciando alle dolci colline meno del 20% dell’intera superficie. Molto curioso è il fenomeno della lingua: nel Friuli-Venezia Giulia l’italiano, lingua ufficiale dello Stato, lingua di cultura e principale lingua d’uso, è parlato dalla quasi totalità degli abitanti. Gran parte della popolazione, tuttavia, ha altri idiomi come propria lingua vernacolare, sia neolatini che di altre famiglie linguistiche, che vanno dal friulano, per il quale va ricordato che lo Stato italiano ha riconosciuto ai friulanofoni lo status di “minoranza linguistica storica”, al veneto, per arrivare alle lingue non romanze, quali lo sloveno e il tedesco. È bene ricordare che la diglossia, vale a dire la compresenza di due lingue, costituisce praticamente la norma presso i friulanofoni e i venetofoni (friulano/italiano, veneto/italiano). Gli sloveni viceversa sono spesso anche trilingui e lo stesso si può dire per alcuni tedeschi, ma il caso più singolare spetta alla Val Canale, dove non è raro trovare persone che possono esprimersi correttamente in ben quattro idiomi: tedesco, italiano, friulano e sloveno.
IL PROSCIUTTO DI SAN DANIELE DOP
Il Prosciutto di San Daniele DOP nasce nel territorio del Comune omonimo, in Friuli, dove è tuttora prodotto secondo una pratica antica che segue regole precise e molto rigorose che contribuiscono a renderlo un prodotto conosciuto e apprezzato ed esportato in quasi tutto il mondo. Prosciutto al taglio, ha un colore uniforme rosso-rosato, con striature di grasso bianco candido. Il profumo è intenso, il gusto è dolce e delicato con retrogusto più marcato. Talvolta nel magro è possibile trovare dei microscopici granuli di una certa consistenza, che non sono granelli di sale, ma semplici cristalli di tirosina, una sostanza naturale che deriva dall’invecchiamento delle proteine, quindi un autentico certificato di lunga stagionatura. Altra peculiarità del Prosciutto di San Daniele è la forma a “chitarra” da attribuirsi al mantenimento della parte distale detta piedino – privata degli unghielli – unico caso in Italia di prosciutto cui viene conservata l’intera zampa. Da ricordare ogni anno a San Daniele, la festa dell’omonimo prosciutto dove sua “maestà”, il maiale, trova la sua “santificazione” nella Sagra a lui dedicata.
IL FORMAGGIO MONTASIO DOP
Il Montasio DOP è un formaggio grasso a pasta dura, cotta, prodotto esclusivamente con latte di vacca. È salato a secco oppure in salamoia leggera con completamento a secco. Viene usato da tavola quando la stagionatura ha raggiunto i due mesi e non superato i cinque, o da grattugia quando la stagionatura ha raggiunto almeno i dodici mesi. Questo formaggio prende il nome dal gruppo Jof di Montasio, un massiccio situato fra le valli di Resia e il Canale del Ferro nell’alto Friuli. Ha una lunga storia che risale al 1200, quando i monaci dell’Abbazia di Moggio Udinese affinarono la tecnica di produzione del formaggio. Un prezzario datato 1775 parla di questo prodotto come un formaggio commercializzato insieme al prosciutto di San Daniele. Una vera e propria curiosità gastronomica è il “Montasio ubriaco” (ciock nel dialetto friulano), lasciato invecchiare sotto le vinacce dopo una normale stagionatura di due mesi. Pur non rientrando delle specifiche DOP, è interessante per le caratteristiche di morbidezza e straordinaria aromaticità che assume dopo questo ulteriore affinamento, anch’esso di due mesi, derivato dalla secolare usanza di occultare il formaggio nel mosto in fermentazione, per nasconderlo alle razzie della guerra, oppure ai conteggi del padrone. Il Montasio è un formaggio ad alto valore nutritivo e con una composizione equilibrata: 32-36% di acqua, 32-34% di lipidi, 24-26% di proteine.
IL COLLIO: LA STRADA DEL VINO E DELLE CILIEGIE
Il Friuli Venezia Giulia, regione enologica antichissima, è fra le terre da vino più celebri d’Italia. Fra le zone vinicole di questa regione ricordiamo il Collio che è una vasta area collinare situata nella parte estrema della pianura friulana, il cui centro maggiore è la cittadina di Cormòns. Il Collio, è conosciuto in tutto il mondo come una zona di produzione vinicola eccezionalmente pregiata, in particolare per i bianchi: Pinot Grigio, Tocai Friulano, Ribolla Gialla, Collio Bianco. Anche il paesaggio è inconfondibile: colline ondeggianti ricoperte da filari di viti – che in primavera si tingono ulteriormente per opera dei numerosi ciliegi in fiore – dove spiccano come piccoli presepi case sparse e bianchi borghi raccolti attorno ad aguzzi campanili. Da molti anni esiste un percorso ideale per conoscere questo territorio: la “Strada del vino e delle ciliegie”, che parte dalla periferia Ovest di Gorizia e sale e scende per i colli fino al limite settentrionale di Dolegna, toccando tutti i paesi e attraversando paesaggi fiabeschi. Dalla sommità del Monte Quarin, nei pressi del torrione di origine romanica, la vista spazia su dolci salite e distese dove è possibile assaporare il fascino del luogo nell’intimità di nuovi percorsi che dolcemente conducono in un mondo silenzioso, rarefatto e che scivola quasi parallelo, in disparte dalle caotiche città che sono accanto. Il romanticismo di un viaggio tra le colline reso ancora più toccante dal profumo della storia che pervade questi luoghi, dal verde e dal colore rosso intenso delle ciliegie degli alberi che verso maggio giugno ne sono pieni.
ZUCCHE E STORIA
La città di Venzone è riconosciuta come Monumento Nazionale dal 1965 e rimane esempio unico in regione di cittadella medievale perfettamente conservata, ricostruita pietra su pietra dopo il tragico sisma del 1976. Nel suo centro storico si può ammirare il Duomo di S. Andrea Apostolo, edificio di stile romanico-gotico, innalzato agli inizi del Trecento, Porta S. Genesio l’unica delle antiche porte a conservare in buona parte l’aspetto originale (stesso periodo) e il Palazzo Comunale che è sito in una delle più belle piazze della regione sulla quale si affacciano diversi edifici in stile rinascimentale. Per gli amanti dell’archeologia, presso la piazzetta del Duomo, ospitate nella Cappella cimiteriale di San Michele, sono conservate cinque mummie (secc. XIVXIX) preservate da un naturale processo peculiare del sito. Esse furono rinvenute sotto il pavimento del duomo di Venzone tra il ‘600 e l’800.
La Festa della Zucca si svolge la quarta settimana di ottobre, e reinterpreta le antiche cronache della terra di Venzone. Si dice che tutto cominciò per una burla, giustamente giocata alle spese della municipalità. Era stata commissionata ad un artigiano, secoli fa, la parte terminale del campanile del Duomo, consistente in una palla d’oro, sovrastata da una croce. Ma al momento del pagamento gli amministratori del comune decisero di decurtare la somma pattuita. Così segretamente l’artigiano, per ritorsione, pose in cima al campanile una zucca dipinta d’oro che, col passare dei giorni, marcì e rivelò la sorpresa. Da quel giorno gli abitanti di Venzone furono associati inevitabilmente alle zucche ed anche soprannominati tali. Vero o falso, da oltre dieci anni si festeggia, quasi in concomitanza con la dilagante Halloween d’oltreoceano, questa nostrana ed affollatissima Festa della zucca. Durante la festa la città è letteralmente invasa dalle zucche: in piazza, nelle vetrine, nelle locande e sulle bancarelle. Le zucche vengono proposte in ogni salsa, dal pane ai dolci, fino alle pietanze più ricercate, in grado di soddisfare qualsiasi palato. È prevista anche una mostra-concorso che premia zucche di ogni forma e dimensione. Alla sera si aggiunge ulteriore fascino alla cittadina, rischiarata da fiaccole e torce che riportano indietro, ai tempi del Medioevo. Fra le molte “sagre” dell’Alto Friuli, questa ha un sapore particolare ed un suo fascino proprio, perché la finzione nella ricostruzione di costumi e consuetudini medioevali, trova una scenografia ideale nelle mura, negli edifici e nei borghi.