Il 2020 è stato un anno a doppia velocità per tutto il comparto agroalimentare, con il mondo Horeca fortemente penalizzato e il mondo a velocità altalenante.
Secondo quanto verificato da Unaitalia, l’associazione di categoria che tutela e promuove le filiere agroalimentari italiane delle carni e delle uova e rappresenta oltre il 90% dell’intera filiera avicunicola nazionale ed una fetta molto cospicua di quella suinicola, nel periodo del primo lockdown si sono verificati, da parte degli italiani, comportamenti che hanno portato a performance diverse.
In tale periodo nella GDO c’è stata una forte crescita nei consumi soprattutto di uova (+14,1%), ma anche di carni bianche (+8,9%), per il 60% in favore di tagli freschi (petto, coscia, fesa ecc.), ma anche panati e preparati, che hanno manifestato un aumento in volume pari al 10%.
Su base annua, va rilevato che nel 2020 le vendite di carne confezionata a peso imposto nella GDO hanno sfiorato il miliardo di euro di incassi (943 milioni per la precisione, pari a un aumento del 13,4% in valore), con vendite nel solo mese di dicembre pari a 87 milioni di euro, equivalente ad un incremento del 14,8%.
Anche i positivi riscontri da parte del mondo delle macellerie confermano che buona parte della carne che non è stata consumata all’interno di ristoranti, steakhouse e altre forme di ristorazione, è stata cercata dagli italiani in tutte le forme di commercio al dettaglio, a conferma di una tradizione “carnivora” che si riscontra storicamente nel Bel Paese.