Quando incontrate una vettura con la sigla PU, per i romantici che ancora lo evidenziano nella targa, significa che siete di fronte a un abitante della provincia di Pesaro e Urbino; la sigla è stata introdotta nel 1999, quando le rivendicazioni di Urbino furono accolte con la variazione della sigla della targa dalla precedente PS.
La provincia, che corrisponde in gran parte alla regione storico-geografica del ducato di Urbino, conta 59 comuni, il maggior numero tra le province marchigiane e una popolazione di oltre 360mila abitanti; si tratta di una delle province più storiche d’Italia, è stata il Ducato di Montefeltro, poi Dipartimento del Metauro con Napoleone e poi ancora Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro con lo Stato Pontificio.
Rispetto al territorio del Ducato di Urbino originario, oggi sono state perse Senigallia (che si trova in provincia di Ancona), Gubbio (ora in Umbria) e i sette comuni secessionisti della Val Marecchia passati in Emilia Romagna a seguito del referendum del 2009.
Grande è l’eredità lasciata dal ricco passato in entrambi i capoluoghi di questa provincia, ma noi vogliamo guidarvi come consueto in una scoperta alternativa di questo stupendo territorio che parte dal mare Adriatico e sale all’interno tra verdeggianti colli, fino alle vette dell’Appennino.
“Non conosco un’occupazione
Gioachino Rossini – compositore,
migliore del mangiare, cioè, del
mangiare veramente.
L’appetito è per lo stomaco
quello che l’amore è per il cuore.
Lo stomaco è il direttore
che dirige la grande orchestra
delle nostre passioni”
nato a Pesaro nel 1792
LA BICIPOLITANA DI PESARO
Pesaro è conosciuta anche con il soprannome di Città della Bicicletta, per via della vasta rete di piste ciclabili estesa sul suo territorio, che rende Pesaro la prima città in Italia per numero di spostamenti urbani in bici, a pari merito con Bolzano, con il 28% degli spostamenti urbani in sella alla bicicletta.
Girare in città infatti è comodo e sicuro, grazie agli 80 km, ancora in crescita, di Bicipolitana, una metropolitana in superficie, dove le rotaie sono i percorsi ciclabili e le carrozze sono le biciclette.
A Pesaro vi sono 11 percorsi ciclabili facilmente individuabili dalla segnaletica accattivante, che ricorda quella delle subway delle metropoli europee, che contraddistingue le differenti linee con numeri e colori; è possibile raggiungere i principali siti cittadini e, inoltre, godere della natura attraverso percorsi nel verde.
Si può percorrere ad esempio la linea azzurra, tra le prime ad essere nate, seguendo il filo della costa per tutta la città e proseguendo poi lungo l’Adriatico fino a Fano, preziosa risorsa per il turismo balneare, inserita nel corridoio della Ciclovia Adriatica, percorso numero 6 della rete Bicitalia. Se siete quindi in vacanza in questa zona e non vi siete portati la bicicletta, nessun problema! È attivo “C’entro in bici”, ovvero il servizio di bike sharing offerto dal Comune. Pagando una piccola quota, si ha a disposizione una bicicletta, prelevabile comodamente in diversi depositi ubicati strategicamente in città.
DOVE LO SPORT È DI CASA
“Pesaro è città europea dello sport 2017”. La notizia arriva dall’ACES Europe, associazione che collabora con la Commissione Europea in progetti che riguardano lo sport e in particolare coordina il progetto “Capitali Europee dello Sport”. Se infatti la capitale sportiva continentale per il nuovo anno 2017 sarà Marsiglia, Aces ha la prerogativa di nominare anche città e borghi sportivi sul territorio dell’Unione. Da qui quindi la scelta della città marchigiana, da sempre terra di basket e motori, e più di recente città simbolo della bicicletta.
L’organizzazione europea, che si è recata a Pesaro per visionare le strutture e verificare la funzionalità degli impianti sportivi, è rimasta impressionata dal disegno unitario, dagli investimenti nel settore dello sport in termini di rispetto, di integrazione di formazione delle politiche sportive e dai programmi messi in atto. Così il 16 novembre 2016 si è svolta a Bruxelles l’investitura ufficiale al parlamento Europeo, insieme alle altre città prescelte per il 2017 che sono rispettivamente Aosta, Cagliari e Vicenza.
Il sindaco di Pesaro commenta così l’investitura “In questo 2017 faremo tanto basket e nuoto, più tornei e iniziative per tutti, ma ospiteremo anche – per la prima volta in Italia – i Mondiali di ginnastica ritmica, e la nomina ci permetterà anche di ristrutturare lo stadio, facendone la casa di importanti tornei giovanili di calcio a livello nazionale. E sarà un grande volano anche per il turismo”.
UNA FESTA CON IL NASO ALL’INSÙ
La Festa dell’Aquilone è una gara tra aquiloni, che si svolge in Urbino tutti gli anni la prima domenica di settembre, fin dal 1955. Inizialmente tenuta nel Parco della Fortezza Abornoz (Parco della Resistenza), poi, dal 1991 fu traferita fuori dal centro storico, sulle colline delle Cesane. La festa dell’Aquilone è nata tra le Contrade dislocate nel centro storico e in periferia ed è cara agli urbinati, che in questa competizione multicolore si sfidano con la partecipazione di grandi e piccini. Ogni anno l’ambitissimo riconoscimento viene assegnato alla Contrada che ha l’aquilone più in alto, fra quelli più lontani. L’edizione 2016 della manifestazione ha visto il successo della Contrada Mazzaferro, ma ogni hanno vengono assegnati premi a numerose altre categorie, dall’aquilone più grande a quello più piccolo, da quello per l’aquilone più tecnico e quello destinato al miglior giovane aquilonista, ma è previsto anche un premio Miss Cometa che va alla migliore aquilonista.
La tradizione prende spunto dal riferimento storico costituito dalla famosa poesia di Giovanni Pascoli “L’Aquilone”, scritta in ricordo di quel tempo passato ad Urbino come scolaro del Collegio degli Scolopi: “Or siam fermi; abbiamo in faccia Urbino ventoso: ognuno manda da una balza una cometa per il ciel turchino. Ed ecco ondeggia, pencola, urta, sbalza, risale, prende il vento; ecco pian piano tra un lungo dei fanciulli urlo s’inalza.”
La festa si sviluppa su un lungo weekend di iniziative, ma il cuore dell’evento avviene tra sabato e domenica: il primo giorno si assiste alla sfilata e alla presentazione delle contrade cittadine partecipanti, nel centro storico; il secondo giorno è dedicato alla gara e la premiazione delle contrade, vincitrici dei vari premi, si svolge la sera, durante la cena tra di esse lungo Corso Garibaldi, sotto i celebri Torricini di Palazzo Ducale.
UNA SORPRESA… SOTTERRANEA
Nuotare nei sotterranei di Urbino non è un sogno, ma ciò che il gruppo speleologico urbinate fa oramai da anni, per studiare ed esplorare la rete acquedottistica della città.
La scoperta delle viscere di Urbino avvenne come in una fiaba, in cui in modo accidentale viene scoperta una mappa del tesoro. Fu infatti dovuta al fortuito ritrovamento, nell’archivio comunale, di una relazione datata 30 ottobre 1841, denominata “Relazione sulla conduttura della Fonte di Santa Lucia in Urbino”: in essa l’ingegner Mariano Menini descriveva l’opera per attingere alle sorgenti della città caldeggiando il consolidamento e potenziamento dell’acquedotto.
Dopo aver letto questo documento, gli studiosi si scatenarono ad approfondire le ricerche e fu così che sotto la bellissima corazza rinascimentale, perfetta espressione del potere e della cultura del duca Federico da Montefeltro, saltò fuori un “ingranaggio svizzero” per la gestione e la captazione delle acque, rimasto in funzione fino ai primi del Novecento e venne ritrovato il pozzo d’ingresso nell’attuale sede del Tribunale.
Alla fine furono rinvenuti circa 300 pozzi, 39 cisterne e 12 sorgenti e almeno quattro cavità artificiali di una certa importanza. Dopo un primo approccio nel 1998, la prima vera spedizione nelle stanze nascoste del sottosuolo urbinate avvenne nel 1999: come in un fiume segreto ci si poteva nuotare dentro e come in un relitto, al riparo da sguardi e mani indiscrete, incontrando realtà rimaste immutate e altrove improbabili.
“Particolarmente curiosa – si legge in una delle pubblicazioni date alle stampe nel corso delle ricognizioni – è l’iscrizione ‘vendita vino’, in prossimità della scaturigine denominata Spiraglio, probabile luogo in cui gli operai impegnati negli ultimi lavori di ristrutturazione mantenevano il vino al fresco”. Ancora una volta una conferma di quanti tesori nascosti vengono dimenticati, sovrastati dalla ricchezza di siti ad alto interesse storico e turistico in un Italia che non finirà mai di stupire chiunque decida di investire tempo per una visita sorprendente.