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Livorno: una terra in simbiosi con il mare

Livorno è la città di mare per eccellenza della Toscana, a tutti gli effetti uno storico crocevia di culture e scambi commerciali, sviluppati in una lunga storia che, dall’iniziale villaggio di pescatori, ha visto il successivo borgo evolvere in città strategica nel Cinquecento grazie ai Medici. Oggi Livorno è la terza città della regione per popolazione, preceduta solo da Firenze e Prato, ospita da sola quasi la metà degli abitanti della propria provincia e con i comuni limitrofi di Pisa e Collesalvetti costituisce il vertice di un “triangolo industriale”. Oggi la città è diventata decisamente multietnica, dinamica e ricca di fermenti culturali, sospinta dalla propria vita economica, per forza di cose legata al mare, una meta ricca di sorprese che merita assolutamente di essere scoperta e visitata a fondo. Il suo attivissimo porto è uno dei più importanti d’Italia e del Mediterraneo, anche se storicamente il primato era della vicina Pisa, che vanta nel suo passato l’essere stata una potente Repubblica Marinara, primato che per se proprio dalla crescita della città di Livorno. Le spiagge nei dintorni del centro sono molto belle e variegate, in grado di accontentare amanti degli arenili sabbiosi e delle cale rocciose, ma tutta la provincia offre scorci di mare assolutamente meritevoli, che si estendono a sud fino al promontorio che culmina con la città di Piombino, mentre l’interno è popolato da storici borghi molto pittoreschi. Se la simbiosi tra mare e terra è certamente uno dei motivi di attrazione principale di questo territorio, non va scordato che l’area turistica di Livorno è altrettanto ricca di arte e di storia: proprio qui sono nati musicisti come Mascagni e pittori come Modigliani e dove, grazie a Fattori, si è affermata la scuola dei Macchiaioli.

SCOPRIAMO LA CITTÀ

La città di Livorno è solitamente ritenuta la più moderna tra quelle toscane, sebbene nel suo territorio siano presenti diverse testimonianze storiche, artistiche e architettoniche; il suo grande sviluppo è iniziato all’epoca dei Medici nella seconda metà del XVI secolo e proseguito poi con i Lorena. Tra il XIX secolo e i primi anni del Novecento, parallelamente all’avvio del processo di industrializzazione, Livorno attraversò un periodo di grande notorietà, divenendo una meta turistica di rilevanza internazionale per la presenza di rinomati stabilimenti balneari e termali, al punto che la città guadagnò l’appellativo di Montecatini al mare. I massicci bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale ci hanno privato di alcune testimonianze storiche, ma la successiva ricostruzione ha permesso di recuperare almeno in parte questo patrimonio e conferire quel tocco di modernità che caratterizza Livorno. La Fortezza Vecchia, da molti considerata un simbolo della città, è una fortificazione che si erge a margine del Porto Mediceo di Livorno, frutto di rimaneggiamenti e ricostruzioni nel corso dei secoli, che racchiude in sé l’intera storia della città, dalle origini fino ai giorni odierni. Assolutamente da non perdere è la passeggiata sulle mura, con la vista dal Mastio, la torre voluta nell’XI secolo da Matilde di Canossa. Se vi piacciono i luoghi con grandi vedute, allora la Terrazza Mascagni è il luogo giusto per voi, un punto caratteristico della città di Livorno, che si estende sopra ciò che un tempo era conosciuto come il Forte dei Cavalleggeri, una fortezza con tanto di torre ed ampio complesso strutturale per la difesa. Dopo l’Unità d’Italia, la fortezza fu ceduta alle autorità locali che la smantellarono nel 1872, trasformandola in una terrazza con vista nel 1925, donando alla città spazio in abbondanza per concerti, passeggiate e divertimento all’aperto.

Vista di Venezia Nuova – Ingo Mehling-CC BY-SA 4.0

Da non perdere è la cosiddetta Venezia Nuova, l’unica parte di Livorno che dopo la Seconda Guerra Mondiale è riuscita a conservare una gran parte dei suoi monumenti storici ed architettonici, tra cui vi sono diverse chiese e palazzi. È questo il vero centro storico della città, anche se in realtà non rappresenta esattamente i concetti della costruzione medicea. Notevole anche l’Acquedotto Leopoldino, con tre cisterne lungo il percorso, designate alla purificazione dell’acqua e a garantire, così, una distribuzione veloce e controllata per la destinazione finale: Cisternino di Pian di Rota, Cisternone e Cisternino. Il Cisternino, sebbene fosse stato pensato come parte di un complesso sistema di purificazione e stoccaggio, non entrò mai in funzione ed è oggi utilizzato come sede di attività culturali, mentre al piano terra ospita un teatro. Il Cisternone è invece una delle più importanti testimonianze italiane di edificio in stile neoclassico. Non lasciate però la città senza visitare il Mercato delle Vettovaglie, luogo che vede la sua origine legata all’approvvigionamento dell’esercito. Il mercato è probabilmente una delle strutture architettoniche più interessanti di Livorno, costruita intorno alla metà del XIX° secolo con l’utilizzo del ferro e del vetro insieme per creare una struttura imponente ma snella, grossa all’incirca quanto due campi da calcio. È un luogo di incontri e di degustazione che vanta 200 banchetti di pesce ed è assolutamente unico, coinvolgente e spettacolare.

A SPASSO PER LA PROVINCIA
PARCO GALLOROSE

Muovendosi da Livorno verso sud, a pochi passi dal centro di Cecina, immersi nella vegetazione, si può vivere un’esperienza molto singolare, passeggiando attraverso i cinque continenti per incontrare animali esotici, alternati a quelli tipici delle fattorie toscane. Ci troviamo al Parco Gallorose, che copre una estensione di 5 ettari ed è stato aperto al pubblico nel 2001: lo si può considerare una vera oasi di verde e ombra (alle piante di olivo esistenti sono state aggiunte negli anni circa 14.000 tra alberi e arbusti), dove si possono incontrare più di 150 tra specie selvatiche e razze domestiche di Mammiferi e Uccelli.

Lemure – Sannse-CC BY-SA 3.0

Nel settore zoologico si potranno incontrare i lemuri del Madagascar, l’istrice africana, la grande aquila reale europea, la volpe volante malese, l’avvoltoio tacchino del Nordamerica, i canguri rossi simbolo dell’Australia e le simpatiche uistitì dell’Amazzonia. Un’occasione unica per ammirare un ampio numero di specie selvatiche e domestiche vulnerabili o a rischio di estinzione in un contesto che rappresenta un’ottima testimonianza delle antiche tradizioni rurali toscane.

PARCO ARCHEOLOGICO DI BARATTI E POPULONIA

Se avete seguito il nostro consiglio di avventurarvi verso sud dalla città di Livorno, vi imbatterete nella piacevole Populonia, luogo di grande fascino, immerso in un paesaggio naturale unico. Dal mare del Golfo di Baratti, alla macchia mediterranea, fino a giungere sull’acropoli, è un un unico cammino in un territorio che trasuda storia e rimembranze eroiche del glorioso passato di questa terra.

Golfo di Baratti-PROPOLI87-CC BY-SA 4.0

Il Parco Archeologico di Baratti e Populonia consente di mettere in ordine tutte le emozioni che qui si raccolgono ed è ubicato nell’area dove sorgeva la città etrusca e romana di Populonia, nota fin dall’antichità per l’intensa attività metallurgica legata alla produzione del ferro. La visita può essere articolata nelle due distinte aree, partendo dalla parte bassa con due necropoli etrusche, le cave di calcarenite e i quartieri industriali, per poi andare nella parte alta per visitare l’acropoli di Populonia, con i templi, gli edifici, i mosaici e le strade della fase romana.

BOLGHERI

Il castello dei Gherardesca

Questo caratteristico borgo, frazione del comune di Castagneto Carducci che conta meno di 200 abitanti, completamente chiuso all’interno delle mura e dominato dal castello dei Gherardesca, conserva intatto lo spirito di un tempo e proietta i suoi visitatori in una realtà antica. Passeggiando lungo le viuzze che costeggiano gli antichi palazzi si possono ammirare alcune chiese quattrocentesche, l’oratorio di San Guido e le numerose botteghe artigiane, oltre a enoteche ed osterie che propongono i prodotti tipici dell’enogastronomia locale. Qui visse per una decina di anni il poeta Giosuè Carducci, come ricorda la targa sulla casa abitata, che celebrò i circa cinque chilometri di viale costeggiato da quasi 2400 cipressi che collega l’Aurelia al piccolo e affascinante borgo, con queste parole: ‹‹I cipressi che a Bólgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar, quasi in corsa giganti giovinetti mi balzarono incontro e mi guardar.›› (dalla poesia “Davanti a San Guido”)

ROCCA DI CAMPIGLIA

La Rocca, porta nord-est

La Rocca che domina l’abitato di Campiglia Marittima ha visto il suo sviluppo nell’arco temporale che va dal secolo XI al secolo XV. Tutto il borgo è racchiuso da una cinta muraria in pietra (ampliata nel corso dei secoli), per gran parte conservata (soprattutto il fronte sotto la Rocca) o facilmente identificabile, dotata di tre porte ancora integre, la Porta Pisana, la Porta a Mare e la Porta S.Antonio, oltre che da sei bastioni cilindrici tardo medievali. Il parco della Rocca di Campiglia è stato inaugurato il 7 giugno 2008 a seguito di un lungo ed elaborato restauro che ha permesso a questa testimonianza del passato di avere una nuova e attrattiva identità, divenendo meta di gite di istruzione ma anche di momenti privati di relax e meditazione. L’area della rocca comprende l’edificio del dongione, l’antica cisterna, parte dell’imponente parete merlata con bifora dell’edificio dei signori e l’acquedotto degli anni trenta del XX secolo. Dalla rocca si domina tutta la Val di Cornia. Il parco della Rocca è visitabile gratuitamente tutti i giorni dell’anno dalla mattina al tramonto, una sosta assolutamente consigliata.

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