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Liguria: dolce armonia fra mare e monti

La Liguria è l’unica regione italiana ad avere insieme le Alpi, gli Appennini e il mare, da cui trae benefici influssi climatici che favoriscono la mitigazione del suo clima, rendendola l’unica regione del nord Italia che gode di un clima temperato quasi tutto l’anno. La posizione geografica, unita alla sua storica tradizione commerciale, hanno creato nel tempo una gastronomia capace di armonizzare i prodotti del bosco, dell’orto e del mare. Un mix che, sapientemente miscelato, fa della cucina ligure una delle più apprezzate cucine italiane.
Un’armonia tra verde ed azzurro fatta di delicati equilibri, tra cui spiccano prodotti d’eccezione quali il dolcissimo olio d’oliva, i gustosi ortaggi ed i vini delicati e profumati.
La coltivazione dell’ulivo garantisce un’ottima produzione di olio, con alcune delle punte di diamante della produzione nazionale, come quello ricavato dall’oliva taggiasca, di gusto tenue, raffinato e mai aggressivo. Ha un lieve retrogusto di pinolo e mandorla, ed in grado non solo di rispettare ma anche di esaltare i profumi delle erbe, la freschezza degli ortaggi, e i sapori del mare. Il nostro itinerario viaggia alla scoperta della riviera di ponente, all’interno di 2 province, Savona e Imperia, che risultano molto affini sotto l’aspetto statistico, dal momento che una ha 69 comuni e l’altra 67, una superficie compresa tra i 1.100 e i 1.500 kmq e un numero di abitanti rispettivamente di circa 290.000 e 220.000. Ognuna delle 2 province presenta però un fascino unico che solo vivendole in profondità, può essere percepito da un turista.

LE GROTTE DI TOIRANO

Imboccando l’uscita Borghetto S.Spirito dell’Autostrada dei FIori, da qualsiasi direzione si provenga (Genova o Ventimiglia) e proseguendo poi per la strada provinciale per Toirano (KM 3) si arriva alle famose Grotte. Aperte al pubblico nel 1953, Le Grotte di Toirano sono tutt’oggi una delle più spettacolari attrazioni offerte dall’entroterra del Ponente Ligure. Si stima che vengano visitate ogni anno da oltre 150.000 persone. Le Grotte sono formate da un complesso di cavità carsiche particolarmente note per la varietà di forme di stalattiti e stalagmiti dove sono stati trovati anche reperti di tracce dell’homo sapiens risalenti ad oltre 12.000 anni fa, rappresentate da impronte di piedi, ginocchia e mani presenti sul suolo come sulle pareti, attribuite a uomini del Paleolitico superiore. La grotta della Bàsura, o grotta della strega, è la più emozionante da visitare. Offre infatti un ricco numero di sale con interessanti aggregazioni di minerali ed una serie ancor più suggestiva di testimonianze degli abitanti primitivi. Dal fondo di questa grotta si accede, percorrendo un corridoio di oltre 100 metri, alla grotta di Santa Lucia Inferiore, che finisce all’aria aperta e rappresenta anche l’ultimo tratto della visita. Questa è quasi completamente ricoperta da cristalli di aragonite distribuiti sulle pareti o sulle stalattiti in maniera molto singolare. L’aragonite è un minerale costituito da carbonato di calcio neutro e deve il suo nome al Rio Aragon, in Spagna, dove venne trovata per la prima volta nel 1788. Prima di abbandonare la zona, è consigliabile una visita al Museo Etnografico, dove ci si può fare un’idea più completa di tutta la zona e degli insediamenti antropici passati.

IMPERIA: CIANTAFÙRCHE E CACELLÒTTI

Imperia, situata sulla Riviera dei Fiori, fu formata nel 1923, per volere di Mussolini, dall’unione di undici comuni limitrofi, i due più grandi dei quali erano Oneglia e Porto Maurizio. Oneglia a levante rappresenta la parte più estesa e rilevante della città, si estende nella breve piana alluvionale sulla sinistra della foce del torrente Impero, raccogliendosi intorno a Piazza Dante, dalla quale si aprono alcune delle principali strade moderne della città. Di vocazione maggiormente commerciale rispetto a Porto Maurizio, il centro di Oneglia è caratterizzato da un’architettura d’impronta piemontese (è evidente l’ispirazione a Via Roma e Piazza San Carlo di Torino), eredità del periodo in cui faceva parte dei territori dei Savoia. Porto Maurizio, a ponente del torrente Impero (che dà nome alla città), è raccolto su un promontorio proteso nel mare sulla sinistra della foce del torrente Caramagna e si espande sulla cimosa costiera; ha una vocazione prevalentemente residenziale e turistica. È intricata e pittoresca, ricca di carugi (vicoli), piccole creuze (viottoli) e palazzi di pregio. I cittadini dei due abitati principali, Oneglia e Porto Maurizio, sono rispettivamente chiamati Ciantafùrche e Cacellòtti. In città si racconta che per le esecuzioni capitali, gestite “in comune” fra i borghi, il patibolo venisse regolarmente montato dagli Onegliesi (da qui il nome di ciantafurche – ‘pianta forche’), mentre il boia, della famiglia dei Cacello, arrivava dalla vicina Porto Maurizio (gli scogli piatti destinati alle esecuzioni, in una zona a mare fra le due città, ora interrata, erano chiamati ‘e Giustixe, le Giustizie). Inizialmente usati in tono dispregiativo, i due appellativi hanno col tempo perso questa accezione e sono tuttora comunemente utilizzati nel dialetto locale. Nei due abitati principali che la compongono – Porto Maurizio e Oneglia – si trovano ancora i segni di un passato che ha visto le due località indipendenti ed autonome: due palazzi civici, due chiese principali, due porti, due stazioni e addirittura tre santi patroni: pur rimanendo simbolicamente San Maurizio Martire patrono di Porto Maurizio e San Giovanni Battista patrono di Oneglia (con le loro feste patronali in due periodi differenti dell’anno, senza contare i vari patroni delle altre frazioni), il patrono ufficiale del comune di Imperia è ora San Leonardo da Porto Maurizio, che fu prescelto (un po’ a malincuore) qualche anno fa quando, per motivi amministrativi, fu imposto che il comune di Imperia avesse un solo santo patrono. Questa terra ha dato i natali a Edmondo De Amicis, autore del famoso libro Cuore, divenuto da subito un cult editoriale nell’Italia post unitaria, presto tradotto in tutte le lingue, fino a divenire addirittura un manga, il famoso fumetto giapponese.

IL BORGO MEDIEVALE DI DOLCEACQUA

Per decidere se trascorrere un weekend nella riviera di ponente non si ha bisogno di troppe motivazioni: la sola Dolceacqua è già una motivazione più che sufficiente. È un paesino incantevole, che si inarca sul Nervia col suo borgo medioevale che, come il vestito di una donna, si allarga e scende dal castello posto sulla cima della collina. Altrettanto famoso ed incantevole è il Ponte Vecchio di Dolceacqua che fece innamorare a tal punto il pittore impressionista Claude Monet, che lo dipinse, descrivendolo come “un gioiello di leggerezza in un piccolo borgo straordinariamente pittoresco”. Una definizione coniata nel 1884, ma tuttora valida per Dolceacqua. La storia di questo antico Borgo Medievale parte da molto lontano, numerose tracce archeologiche hanno riportato alla luce delle fortificazioni in pietra, risalenti all’età del Ferro. Si tratta di castellari in pietra che formano anelli concentrici, situati sulle alture di cima d’Aurin, cima Tramontina e lungo il monte Abellio. I ritrovamenti vanno a confermare l’utilizzo di questi fortini a difesa del territorio circostante. Il nome Dolceacqua ha anch’esso origini molto antiche, sembra provenga da un preesistente antico borgo di età romana, chiamato “Dulcius“. Le trasformazioni hanno poi modificato il nome in Dulciàsa, Dusàiga ed infine Dulcisacqua. Oggi Dolceacqua è un Comune di circa 2000 abitanti. Una visita a Dolceacqua vi porterà ad ammirare le rovine del Convento dei Padri Agostiniani, risalente al XVI secolo e la Chiesa Parrocchiale di Sant’Antonio Abate, con il suo polittico del 1515 di Ludovico Brea dedicato a Santa Devota. Meritano una visita anche la Chiesa di San Giorgio del XI secolo, dove sono custodite le tombe di Stefano e Giulio Doria e il Santuario dell’Addolorata. È consigliabile programmare la visita in occasione dell’ultima domenica del mese, quando nella piazza del paese si tiene il caratteristico mercatino biologico. Dolceacqua è entrato a far parte, nel 2007, nei comuni insigniti dalla famosa Bandiera Arancione conferita dal Touring Club Italiano ed è diventato sede nazionale dell’Associazione Paesi Bandiera Arancione.

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