Non ce ne volgiano i tradizionalisti se ci siamo permessi di “fare il verso” all’inizio del celebre inno alpino “La Montanara” che, nella versione originale, recita “Lassù sulle montagne tra boschi e valli d’or tra l’aspre rupi echeggia un cantico d’amor”.
Nessuno vieta di passare i giorni di Natale ai Caraibi, ma è certo che, almeno in Italia, l’immagine che meglio rappresenta questo periodo è sicuramente dominata dal bianco candore della neve che, nell’immaginario collettivo, abbraccia una baita montana in cui scoppietta il fuoco di un camino.
Per il secondo anno consecutivo, le incertezze determinate dalla situazione pandemica globale, aggiungono una nota di mistero su un periodo che, se da un lato è per molti un momento di festa, per tutti gli operatori del turismo e dell’ospitalità è un momento fondamentale di business per fare quadrare il bilancio delle proprie attività.
Sono ben 7.500 ad esempio gli agriturismi italiani “in altura”, la cui sopravvivenza è fortemente legata alla possibilità di allietare i numerosi clienti che scelgono di respirare l’aria fine di montagna in questi giorni di festa.
Ne ha parlato Coldiretti in occasione della giornata internazionale della montagna (IDM – International Mountain Day) dell’11 dicembre, come potete approfondire qui.
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