
È la seconda città della Sicilia per popolazione, circa 300.000 nella sola area cittadina, con una provincia che, nel suo complesso, supera da parecchi anni il milione di abitanti, suddivisi nei 58 comuni che ne fanno parte. Fondata nel 730 a.C., ha attraversato epoche molto differenti, spesso di grande splendore, al punto che in età romana possedeva un anfiteatro che per dimensioni era secondo solo al Colosseo Capirne le radici culturali, ma anche e soprattutto le influenze architettoniche, è un compito estremamente difficile, dal momento che nel corso del tempo è stata una città greca, romana, bizantina, araba, normanna, sveva, angioina, aragonese e spagnola. Di conseguenza, la città è stata spesso terra di conquista, distrutta e ricostruita secondo i voleri del conquistatore di turno, ma tutto ciò ha lasciato ai posteri innumerevoli spunti di studio per calarsi in culture multiformi. Dove non ha agito la mano dell’uomo, ha operato la natura, soprattutto con le grandi eruzioni dell’Etna, il vulcano che ben 7 volte ha colpito pesantemente il centro cittadino, con il fenomeno più devastante nell’anno 1669. Caratterizzata da un clima mediterraneo, Catania presenta una invidiabile scarsità di precipitazioni, con un inverno spesso di breve durata, che assicura temperature massime diurne generalmente molto miti e un’estate, di lunga durata, che pur essendo molto calda, raramente presenta alti tassi di umidità. Cuore della città è Piazza del Duomo di Catania, nella quale confluiscono tre strade, ovvero la via Etnea, la strada principale della Catania storica, la via Garibaldi e la via Vittorio Emanuele, che la attraversa da est a ovest; la ricchezza delle sue architetture barocche ha permesso a Catania di essere inserita, dal 2002, tra le città patrimonio UNESCO del Val di Noto.
I TESORI BAROCCHI
La via Etnea è la strada principale del centro storico di Catania e rappresenta al meglio la storia di questa città, poiché la sua nascita fu successiva al disastroso terremoto dell’11 gennaio 1693 che rase pressoché al suolo la città di Catania con circa i due terzi dei suoi abitanti periti nel tragico evento. Fu il duca di Camastra ad avere l’idea di creare una strada che dal Duomo si inoltrava verso l’Etna e una strada che la incrociava con direttrice estovest, dando vita a una direttrice sud-nord, con un andamento rettilineo di circa 3 chilometri. Il punto di partenza, Piazza Duomo, prende il nome dalla Cattedrale di Sant’Agata, che si trova sul lato orientale della piazza, la vergine e martire catanese patrona della città, opera dell’architetto Gian Battista Vaccarini, che disegnò la facciata in stile barocco siciliano, riedificata successivamente nel 1711, proprio a seguito del citato terremoto del 1693. La cattedrale, nata con le caratteristiche di una “ecclesia munita”, ovvero “chiesa-fortezza”, è caratterizzata da un interno imponente, a tre navate su pilastri, con cupola, alto transetto e tre absidi. Al di fuori di Piazza del Duomo è assolutamente impossibile ricordare tutti i monumenti e i luoghi in cui si può incontrare il cuore e la passione dell’architettura barocca: faremo quindi qualche citazione che potrà stuzzicare la voglia di sostare di persona in queste testimonianze di un passato ricco di valori e sentimenti. Cominciamo con due palazzi storici, il
primo, scelto nel 2008 dai Coldplay come set per il videoclip di “Violet Hill”, è Palazzo Biscari, caratterizzato dal tripudio di mascheroni, putti e fiori, mentre il secondo, Palazzo Valle, oggi sede della Fondazione Puglisi-Cosentino, è un edificio del XVIII secolo che ospita eventi privati, matrimoni e conferenze, famoso per le frequenti rassegne culturali e mostre d’arte moderna. Assolutamente da non perdere è la via Crociferi, ricca di meravigliose chiese e il celebre palazzo Gravina Cruyllas, edificato all’inizio del ‘700 sui resti di un omonimo edificio, che ospita i musei Belliniano ed Emilio Greco. Sul versante opposto si può viceversa ammirare la meravigliosa Villa Cerami, oggi sede della Facoltà di Giurisprudenza, con il ricco giardino che la caratterizza. Non va dimenticata anche Piazza Stesicoro, dove si possono ammirare l’anfiteatro, il secondo al mondo dopo il Colosseo, che si presenta come una imponente struttura costruita in epoca imperiale romana, probabilmente nel II secolo, e il Palazzo del Toscano, edificato intorno al 1870 quale residenza cittadina dei Paternò Marchesi del Toscano su progetto dell’architetto milanese Errico Alvino. Un elenco che non è assolutamente esaustivo delle perle che si possono ammirare a Catania, ma che può di certo essere un ottimo stimolo per stimolare l’organizzazione di un weekend nella città siciliana.
LE CELEBRAZIONI DI SANT’AGATA
Quella che Catania offre a Sant’Agata è una festa che può essere paragonata alla Settimana Santa di Siviglia o al Corpus Domini di Cuzco, in Perù, dove si fondono devozione, cultura, folclore, storia, musica e tradizione in un susseguirsi di suggestioni capaci di incantare le migliaia di devoti e visitatori che ogni anno vi partecipano. La vera festa di Sant’Agata è quella invernale, che va in scena dal 3 al 5 febbraio, una delle feste patronali più belle del mondo, dichiarata dall’Unesco nel 2002 “bene etno-antropologico patrimonio dell’umanità”: un appuntamento imperdibile da tutti coloro che amano il folclore e le tradizioni, una sequenza di rituali, processioni, canti tradizionali, allestimenti scenografici, spettacoli pirotecnici. Il primo giorno è quello dedicato all’offerta delle candele, che devono essere alte e pesanti quanto la persona che chiede protezione alla Santa e si manifesta attraverso una processione a cui partecipano autorità istituzionali della città. Protagoniste sono due carrozze del Settecento a cui si affiancano undici candelore, i grossi ceri che rappresentano le corporazioni e i mestieri. La sera grande festa in Piazza Duomo, con cori e spettacoli di giochi pirotecnici, in ricordo della Santa che, proprio qui, venne martirizzata sulla brace e da quel momento vigila sull’Etna e sugli incendi. Il secondo giorno protagonista è il busto della Santa, portato in processione dalla Cattedrale lungo le principali vie della città, con gran parte dei cittadini vestiti con un camice votivo di tela bianca che arriva alle caviglie e viene stretto in vita da una corda, il berretto di velluto nero e i guanti bianchi, a ricordo dell’abbigliamento notturno dei catanesi del 1126, anno in cui arrivarono le reliquie di Sant’Agata da Costantinopoli. Il terzo giorno i festeggiamenti iniziano all’alba, quando la Santa è salutata da un antico canto delle monache di clausura, in via dei Crociferi, prima di essere riportata nella Cattedrale, dove un grande spettacolo di fuochi artificiali conclude la festa.