Cultura

La finzione del cinema in cucina

In passato l’estate era una stagione poco interessante per il cinema, con molti locali che rimanevano chiusi tra giugno e agosto.

Negli ultimi anni si è assistito ad un’inversione di tendenza, con diversi titoli importanti che vengono lanciati proprio nella stagione estiva: lo scorso anno è stata la volta di “Elemental”, “Indiana Jones e il quadrante del destino”, “Fast X” e “Guardiani della galassia Vol. 3”, per citare i titoli di maggior successo.

La stessa cosa succede anche nel 2024, partendo dai cartoni, che hanno messo in scena “Inside Out 2”, per proseguire con la commedia drammatica che accende le discussioni sull’allunaggio del 1969, tema del film “Fly me to the moon” con Scarlett Johansson e Channing Tatum, ma anche con i grandi film d’azione, come “Twisters”, nuova versione del celebre film catastrofico del 1996, senza dimenticare il genere poliziesco/horror, rappresentato dall’ultima genialata del regista Manoj Nelliyattu Shyamalan dal titolo Trap e la fantascienza, che mette in scena “Alien: Romulus”, nuovo capitolo di una delle saghe più longeve del genere.

Il connubio tra cibo e cinema è fortissimo, spesso le rivelazioni chiave in un film di spionaggio così come in una commedia sentimentale avvengono al tavolo di un ristorante e altrettanto frequentemente troviamo attori e attrici che, in alcune scene, alternano pensieri profondi o filosofici a commenti sul sapore del cibo o sull’atteggiamento del cameriere che serve il tavolo.

Fatto ancora più curioso è che il cinema va oltre e nel suo sottile gioco di realtà e finzione si spinge addirittura ad inventare cibi che non esistono.

Il caso più clamoroso è probabilmente costituito da “Big Kahuna Burger”, una catena fittizia di fast food apparsa nei film di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez, resa famosa soprattutto in Pulp Fiction, in cui il personaggio di Samuel L. Jackson, Jules, mangia un Big Kahuna Burger e ne elogia il gusto.

Un fenomeno così intenso e ripetuto che ha ispirato molti gestori di attività di ristorazione ad inserire un burger nel proprio menu utilizzando proprio la denominazione “Big Kahuna”.

Di casi simili, comunque, ce ne sono molti altri: ne sono un esempio la celeberrima bevanda amata da tutti nel famoso film “Guida galattica per gli autostoppisti” di Douglas Adams, vale a dire il “Gotto Esplosivo Pangalattico”, ma anche il “Tomacco”, una varietà di pomodoro nato da un incrocio fittizio fra il tabacco e il pomodoro tradizionale, creato da Homer Simpson con l’uso di plutonio.

Nel film distopico “2022: i sopravvissuti”, il Soylent è l’unica forma di nutrizione presente nel futuro descritto nel film, ovvero gallette energetiche di diverso colore a seconda degli ingredienti e della composizione, mentre in “Arancia Meccanica”, il Korova Milk Bar serve il “Lattepiù”, semplicemente latte addizionato con diverse tipologie di droghe, fra il vellocet (LSD), il synthemesc (mescalina) e il drencom (adrenocromo).

Un capitolo a parte va scritto in merito alla saga “Il signore degli Anelli”, dove ci si imbatte in un ricco menu di proposte, dal “Lembas – Pan di Via” al “Rimpinzimonio”, da degustare con un “Miruvor”, un cordiale prodotto dagli elfi, che rinnova la forza e la vitalità di chi lo beve e viene usato dagli elfi anche per le feste.

Per finire in bellezza, che ne dite di qualcosa di dolce che non vi abbandona più?

Siamo nel regno di “Willy Wonka e La Fabbrica di Cioccolato” e parliamo di un “Everlasting Gobstopper”, tradotto nella versione italiana con l’esplicito appellativo di “Succhia-succhia-che-mai-si-consuma”, un dolce capace di cambiare colore, sapore e non esaurirsi mai e poi mai, essendo praticamente indistruttibile.

Prodotti inventati dagli sceneggiatori di maggiore talento che, ci piace pensare, avranno sicuramente ispirato la fantasia di qualche chef che si sarà cimentato ad introdurre nel menu del proprio locale, qualcuna delle diavolerie viste al cinema.

Potrebbe interessarti anche:

Altri articoli per:Cultura