Ischia: l’isola chiamata paradiso
È la terza isola più popolosa dʼItalia, dopo Sicilia e Sardegna, con circa 60.000 abitanti censiti e offre 34 chilometri di indimenticabili costiere: Ischia, la regina delle isole Flegree, dista solo 17.5 miglia da Napoli, un tragitto di poco più di 30 minuti di traghetto. La particolare formazione a cono dellʼisola dʼIschia con i 787 metri del Monte Epomeo al centro e la posizione geografica dellʼisola nel Mar Tirreno centrale, favoriscono un clima mite anche nei periodi invernali, con frequenti cambi climatici, a volte anche nella stessa giornata. La temperatura media in un anno si attesta intorno ai 18ºC, in inverno la temperatura media più bassa è di 9°C, nei mesi caldi la temperatura media più alta è di 35°C. La lunga storia dellʼisola le ha visto prendere nomi diversi: era “Pithekoussai” per i Greci, che significherebbe “isola delle scimmie” (da pithekos, scimmia), anche se sono molto controverse le storie che spiegano questo appellativo. I Romani chiamavano lʼisola “Aenaria” (da aenus, bronzo), in riferimento alle attività metallurgiche che esistevano in diversi punti dellʼisola. Lʼattuale nome appare invece per la prima volta nella lettera inviata da Papa Leone III a Carlo Magno nellʼ813 (iscla, da insula che significa appunto isola). È il turismo il principale motore dellʼeconomia dellʼisola, un successo esploso alla fine degli anni ʼ50. Oltre alla conformazione naturale e allʼeredità storica che rende lʼisola meta privilegiata dei turisti, buona parte del suo successo è dipeso dalla presenza di numerosissime sorgenti termali, conosciute ed utilizzate fin dalle epoche più remote (ne danno testimonianza numerosi scrittori greci e latini). Più del 70% degli alberghi ha annesso lo stabilimento termale e ben oltre 100 sono gli stabilimenti convenzionati con il Servizio Sanitario Nazionale; tali strutture soddisfano ogni anno la richiesta di circa 4 milioni di turisti, il 60% dei quali stranieri. Il patrimonio termale dellʼisola è, per densità, il più importante dʼEuropa e conta ben 103 sorgenti, 69 gruppi fumarolici, 29 gruppi termali: non a caso molti definiscono Ischia come “lʼisola dello star bene con sé stessi e con gli altri”, in armonia completa con la natura, una sorta di vero e proprio Paradiso in terra.
Tour dell’isola
Ci sono molti modi di conoscere le bellezze dell’isola di Ischia, percorrendola ad esempio in moto o, per essere ancora più in sintonia con la natura, in bicicletta. Ogni punto dell’isola è comunque ideale per una breve escursione a piedi, abbandonando le vie principali e improvvisando un trekking alquanto salutare con il quale ammirare le innumerevoli bellezze paesaggistiche e storiche di cui l’isola è fornita. I percorsi classici sono generalmente 3, di diverse lunghezze e relative difficoltà.
Itinerario Arancione:
lungo 32 chilometri, con partenza e arrivo a Ischia Porto, è il modo migliore per scoprire l’isola nel suo insieme. Una sosta obbligata è a Lacco Ameno, dove sorge Villa La Colombaia: immersa nel verde del bosco di Zaro e circondata da un ampio parco, fu realizzata dal famoso giornalista socialista Luigi Patalano, divenendo poi la residenza estiva del regista Luchino Visconti, sede della Fondazione e del museo a lui dedicati. La villa e il parco sono aperti al pubblico. Prima di giungere a Forio si può ammirare il parco che in origine fu di proprietà del compositore inglese Sir William Walton, di cui conserva ancora il nome. Quando Sir Walton giunse sull’isola nel 1946, diede incarico a Russel Page di realizzare il giardino e fece piantare meravigliose piante tropicali e mediterranee, alcune delle quali hanno raggiunto oggi proporzioni sbalorditive. Il compositore visse nella villa attigua con la moglie argentina Susanna fino alla di lui scomparsa nel 1983. I giardini hanno un’affascinante vista sulla città e sul porto di Forio. Il percorso consente poi di conoscere la parte interiore dell’isola di Ischia, a volte a torto dimenticata dai villeggianti, dove è di certo gradevole soffermarsi a Serrara, Fontana e Barano d’Ischia, da cui raggiungere l’incantevole Spiaggia dei Maronti, una delle più incantevoli d’Italia. Lunga circa 3 chilometri, si tuffa a dolce declivio nel mare ed è riparata da imponenti cerchie di colline. Per arricchire il fascino del paesaggio vi sboccano le aperture buie delle cave che si possono risalire in cerca di emozioni. Ritornando al punto di origine dell’escursione, una sosta obbligata è a Ischia Ponte, dove merita una visita approfondita il Castello Aragonese, costruito nel 474 a.C. su uno scoglio attiguo all’isola da Gerone, tiranno di Siracusa e che oggi rappresenta il monumento più visitato dell’isola. È possibile accedervi attraverso un tunnel scavato nella roccia con grandi fessure che consentono il passaggio della luce.
Itinerario Rosso:
percorso ideale per chi non se la sente di affrontare l’intero giro dell’isola, si sviluppa intorno al Monte Rotaro, ha una lunghezza di circa 12 chilometri e può essere effettuato anche a piedi. Attraversati i fantastici boschi di Castiglione e della Maddalena, si prosegue fino a Casabona, prima di deviare nuovamente verso il punto di partenza. Un modo semplice, estremamente salutare, di conoscere l’isola nella sua veste più intima, lontano dai clamori degli scenari più battuti dal turismo di massa.
Itinerario Azzurro:
un percorso di 7 chilometri da Fontana a Forio, un trekking che consente di passare dal punto più alto e panoramico di tutta l’isola, sulla cima del Monte Epomeo, in uno scenario caratterizzato dagli enormi massi tufacei e dalle straordinarie case di pietra interamente scavate nel tufo e risalenti al 1500. Dopo l’impegnativo saliscendi è consigliabile scegliere come meta finale la Chiesa del Soccorso a Forio, circondata per tre lati dal mare, su di un vasto piazzale dal quale, nelle belle giornate, si intravede l’Isola di Ventotene. Vi si accede da 20 scalini in piperno che portano all’atrio ove sono poste cinque croci sempre in piperno. La chiesa è conosciuta in tutto il mondo non solo per la sua posizione, ma soprattutto per la sua singolarissima facciata, bianca e adornata di ricca scala ricoperta di preziose maioliche del ‘700, raffiguranti santi e scene della Passione di Cristo.
TERME: ED È SUBITO SALUTE!
Ischia è famosa per le sue terme, ma non solo: le cure termali infatti possono essere splendidamente coniugate con l’aromaterapia, grazie ai profumi ed odori che si incontrano ovunque nell’isola e la fitoterapia, merito della flora spontanea che richiama i rimedi antichi della medicina fondata sui principi attivi dei vegetali. Da non sottovalutare anche il felice connubio che a Ischia si può trovare con la cromoterapia e la musicoterapia. Gli stabilimenti e i parchi idrotermali sono oggi una risorsa peculiare di Ischia, con le loro piscine, i percorsi Kneipp, le saune, i bagni giapponesi, i centri di massaggi ispirati alle filosofie orientali. Grazie alle proprietà delle acque salsobromiodiche, alcaline e solfate, oggi è possibile curare le malattie metaboliche, reumatiche e delle articolazioni, l’artrite reumatoide, la tendinite, le disfunzioni ginecologiche e la infertilità e in genere le malattie legate all’apparato respiratorio.
UN’ISOLA DA OSCAR!
Grazie agli splendidi scenari che offre, sono moltissime le apparizioni della celebre isola nella storia cinematografica, documentate già dal 1936 come ambientazione del film Il corsaro nero. Tra i numerosi film che lo hanno seguito possiamo ricordare La scogliera del peccato del 1950, Vacanze a Ischia del 1957, Diciottenni al sole del 1962, il celebre kolossal americano Cleopatra del 1963, Caccia alla volpe di Vittorio De Sica del 1966. Nel 1972 sull’isola è sbarcato Billy Wilder con l’ironico Cosa è successo tra mio padre e tua madre?, poi nel 1976 è stato il tempo delle maliziose gag di Alvaro Vitali e Lilli Carati nel film La professoressa di scienze naturali, per giungere al più recente Il paradiso all’improvviso di e con Leonardo Pieraccioni. Queste sono solo alcune citazioni delle numerosi occasioni da film che l’isola ha avuto, ma la più importante di tutte è senza dubbio quella del film Delitto in pieno sole, una pellicola del 1959 girata dal regista francese René Clement, ripresa 40 anni dopo dal regista americano Anthony Minghella con il titolo Il talento di Mister Ripley che, nel 2000, ha ricevuto ben 5 nomination all’Oscar.