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Borghi ed eremi aretini

La provincia di Arezzo è, all’interno della Toscana, al quarto posto, sia per il numero di abitanti sia per quanto riguarda la superficie. In termini storici, la nascita della provincia così come la conosciamo oggi, è da collegare al vecchio Compartimento di Arezzo del Granducato di Toscana, nato nel 1826 con l’unione di comuni già parte del Compartimento di Firenze e del Compartimento di Siena. La configurazione della provincia subì una significativa modifica con l’annessione al Regno d’Italia del 1860, quando un nutrito numero di comuni venne ceduto alla confinante provincia di Siena: si trattò di Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, Sarteano, Sinalunga e Torrita di Siena. Ulteriori aggiustamenti, avvenuti successivamente, portarono la provincia di Arezzo agli attuali 36 comuni, che contano circa 333 mila abitanti, di cui quasi 100 mila stabiliti nel capoluogo. La provincia è costituita da 4 vallate principali: il Valdarno, la Val di Chiana, la Valtiberina e il Casentino ed è attraversata dal fiume Arno, dalla sorgente fino a San Giovanni Valdarno e da un tratto del fiume Tevere nella parte est della provincia, con il Monte Falco, situato nell’estremità settentrionale della provincia nella valle del Casentino, come cima più alta, con i suoi 1.658 metri di altitudine. È una provincia che offre la possibilità di incontrare numerosi borghi, eremi, castelli e altri reperti, che raccontano ampi tratti della storia e della cultura, in un territorio ubicato in posizione centrale delle penisola italiana e quindi luogo di scambio e confronto di civiltà. Impossibile scegliere in modo univoco a quali luoghi dedicare la nostra visita, noi vi proponiamo quindi un piccolo tour di circa 150 chilometri che si sofferma in 5 diversi borghi, senza giudici di merito o classifiche, ma come spunto iniziale con il quale innamorarsi della provincia e magari prolungare la visita.

POPPI

Il nostro viaggio alla scoperta della provincia di Arezzo inizia dal Casentino e in particolare da Poppi, un piccolo centro a circa 440 metri di altitudine che conta meno di 6.000 abitanti, un luogo ideale per tutti gli appassionati del periodo medievale. Siamo a circa 40 chilometri a nord di Arezzo, un borgo dominato per lungo tempo dalla potente famiglia dei Conti Guidi, che poteva vantare diversi possedimenti nella zona ed oltre, reso famoso soprattutto dalla celebre battaglia tra Firenze ed Arezzo che si rivelò decisiva per le sorti della regione. Le vicende di questa contesa sono raccontate nel Museo della Battaglia di Campaldino, che si trova all’interno del Castello dei Conti Guidi, uno dei meglio conservati di tutta la Toscana, seppur rimaneggiato nel corso dei secoli. Si hanno notizie di questo monumento a partire dal 1191 ed esiste una documentazione della sua ristrutturazione a partire dal 1274 per volontà del conte Simone Guidi e di suo figlio Guido. Prima di loro sembra che la parte più antica del castello appartenesse a Lapo di Cambio, mentre la più recente, databile alla fine del XIII secolo, sarebbe di Arnolfo di Cambio. Va segnalata la cappella annessa al castello dove, sulla volta della navata unica, si trova uno dei più importanti cicli di affreschi della provincia di Arezzo. All’interno del borgo meritano sicuramente una visita la chiesa di San Fedele e la chiesa della Madonna del Morbo, ma vale la pena allontanarsi per circa 11 chilometri da Poppi per fare una visita all’Eremo di Camaldoli, uno dei più importanti luoghi della fede di tutta la Toscana, posizionato a circa 1.100 metri di altitudine, avvolto dal Parco nazionale delle Foreste Casentinesi.

SANSEPOLCRO

Per raggiungere la seconda tappa del nostro itinerario, bisogna viaggiare per circa 60 chilometri fino ad attraversare il fiume Tevere, per giungere nella graziosa Sansepolcro, borgo di circa 15 mila abitanti, punto di incontro di ben quattro regioni: oltre alla Toscana, è limitrofo infatti a Marche, Umbria ed Emilia-Romagna. Secondo la leggenda, l’origine di Sansepolcro sarebbe legata alla costruzione di una cappella nata per custodire alcune reliquie provenienti dal Santo Sepolcro di Gerusalemme, mentre alcuni storici sostengono che il centro si sviluppi sui resti di un solitario accampamento romano abbandonato a se stesso dopo la crisi dell’impero. La fondazione del centro abitato viene fatta risalire al X secolo e anche qui il confine tra leggenda e tradizione locale è molto labile: si racconta che due pellegrini di ritorno dalla terra santa, Arcano ed Egidio da Sansepolcro, vi fondarono un oratorio, con annesso ospedale per i pellegrini, dedicato a San Leonardo, per custodirvi alcune reliquie del Santo Sepolcro, e fu da queste che il nuovo abitato ebbe il nome di Borgo San Sepolcro. Il periodo di forte sviluppo del borgo avviene però tra il XIV ed il XVI secolo, soprattutto grazie al commercio e alla nascita di monumenti e opere d’arte pregevoli. È qui che, nel 1416, avviene la nascita del grande Piero della Francesca, uno dei più celebrati pittori del Rinascimento italiano, le cui opere possono essere ammirate nel Museo Civico di Sansepolcro, che conserva anche testimonianze di molti altri autori, quali Matteo di Giovanni, Raffaellino dal Colle, Giovanni Battista Cungi, Santi di Tito, Pontormo e Leandro Bassano, ma anche sculture dei secoli XIII-XV, terrecotte dei Della Robbia, incisioni e stampe dei secoli XVI-XVII, oreficerie dei secoli XIII-XIX, paramenti sacri dei secoli XVI-XVIII. Assolutamente da non perdere sono il Duomo e la Chiesa di San Lorenzo, che conservano diversi capolavori artistici e la Fortezza Medicea, una costruzione militare realizzata da Giuliano da Sangallo per volontà dei Medici agli inizi del sedicesimo secolo. A soli 7 chilometri dal borgo si trova l’Eremo di Montecasale, fondato nel 1213 da San Francesco d’Assisi, che lo ricevette in dono dal vescovo di Città di Castello, un luogo ricco di memorie francescane: l’oratorio con la pietra che serviva a Francesco da letto; un crocifisso portato dal Santo; tre piccole urne che contengono alcune reliquie e due teschi dei tre ladroni dei quali il biografo racconta la conversione.

CASTIGLION FIORENTINO

Il nostro itinerario prosegue con uno spostamento di circa 40 chilometri, nei quali ci lasciamo alle spalle la Val Tiberina per raggiungere la Val di Chiana, dove ci fermiamo in un borgo ricco di storia che si trova adagiato su un colle che supera di poco i 300 metri di altitudine, da cui gode di una bella vista panoramica sulla vallata e le colline circostanti. Castiglion Fiorentino, che oggi conta circa 13 mila abitanti, iniziò a svilupparsi fin dall’epoca etrusca, sei secoli prima dell’anno zero, ma ci sono evidenze che provano una presenza umana costante già in epoca preistorica. I principali punti di interesse che ammiriamo oggi sono però più recenti e riguardano, in particolare, il periodo medievale. Proprio in uno di essi, il Palazzo della Residenza o dei Conservatori del Popolo che governarono la città fino alla presa da parte dei Malatesta nel 1371, troviamo il Museo Civico Archeologico che ricostruisce la storia dell’area dall’epoca etrusca fino alla fine del Medioevo. Di notevole pregio sono anche la Pinacoteca, le eleganti Logge del Vasari nella piazza del municipio, la Chiesa di San Francesco e la Torre del Cassero, che domina la città e sorge sulla più antica area abitata del borgo. Realizzata sulla base di una precedente struttura etrusca, la Torre del Cassero fu ricostruita durante la dominazione perugina intorno alla metà del XIV secolo. Il centro ha un indiscusso elevato valore turistico, come certificato dalla Bandiera Arancione, che il Touring Club italiano le ha assegnato nel 2007.

CORTONA

Raggiungere la tappa successiva del nostro itinerario è estremamente facile, è sufficiente infatti percorrere i 12 chilometri della Strada Regionale 142 che portano a Cortona, cittadella di oltre 21 mila abitanti, che si trova a 494 metri sul livello del mare. La città ha conosciuto un periodo fiorente già tra l’VIII e il VII secolo a.C., quando divenne un’importante lucumonia etrusca, grazie alla sua posizione strategica, che permetteva un ampio controllo dei territori che facevano parte della lucumonia. Furono costruite proprio dagli Etruschi nel IV secolo a.C. le imponenti mura che circondano la città per circa tre chilometri, le tombe nobiliari “a melone” sparse nei dintorni della città e il monumentale altare funerario adornato da sfingi, esempio unico in Italia. La tradizione narra anche che Cortona avrebbe dato i natali a Dardano, il fondatore dell’antica città di Troia. Proprio per questi motivi, una tappa obbligata è la visita all’Accademia Etrusca dove, tra i vari reperti, è esposta la famosa Tabula Cortonensis, una delle più grandi iscrizioni in lingua etrusca che siano arrivate fino a noi. Cortona è molto piacevole da visitare, perché il suo centro storico conserva il fascino del borgo medievale, con un continuo susseguirsi di strette stradine e antichi palazzi, che nascondono piccole botteghe artigiane con manufatti di gran pregio. Assolutamente da non perdere sono il Duomo, la Chiesa di San Francesco e il Palazzo Comunale, con la sua torre dell’orologio, simbolo della città, a cui si accede da una imponente scalinata, costruito nel Medioevo verso il XII secolo, sopra le rovine dell’antico Foro Romano nei pressi del punto d’incrocio degli antichi cardo e decumano. Poco fuori Cortona si trova l’Eremo Le Celle, fondato nel 1211 da San Francesco d’Assisi e i suoi primi seguaci, desiderosi di un luogo di preghiera e meditazione, che ospita una suggestiva chiesa romanica del XIII secolo, un chiostro risalente al XV secolo e numerose celle monastiche che un tempo erano dimora di monaci in solitudine.

LUCIGNANO

Per giungere all’ultima tappa del percorso che abbiamo scelto, è necessario percorrere una distanza di una trentina di chilometri, fino a un borgo che si trova in una posizione estremamente strategica, a metà strada tra Firenze e Perugia. Siamo a Lucignano, località di forma ellittica che conta circa 3.300 abitanti, adagiata a 400 metri di altitudine su una piccola collina, con un borgo caratterizzato da un centro storico medievale, con strade strette e tortuose, palazzi storici e chiese, che rappresenta uno dei più intatti e noti esempi di impostazione urbanistica medievale a strade anulari concentriche, che di fatto conferiscono all’abitato questa caratteristica forma. Il punto più interessante di questo borgo è senza dubbio la Piazza della Collegiata, su cui si affacciano il bellissimo Palazzo Comunale, che ospita a piano terra un museo ricco di dipinti, arte sacra e capolavori dell’arte senese, la Chiesa di San Francesco del XIII secolo in stile gotico e la Collegiata di San Michele Arcangelo, che custodisce i notevoli capolavori del XVI e XVII secolo. Ogni anno a maggio la città celebra una grandiosa festa paesana che rievoca le antiche festività agresti con carri colmi di fiori che sfilano per le vie del paese e gruppi folkloristici che allietano abitanti e turisti: è la Maggiolata, che celebra così l’arrivo della bella stagione. Qui si chiude questo interessante percorso, un’immersione nella storia, che ci regala anche momenti di serenità in angoli tranquilli e romantici della provincia di Arezzo.

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