Amore e arte in terra scaligera
Verona è celebre in tutto il mondo per l’ambientazione della tragedia di Shakespeare che racconta le vicende di Giulietta e Romeo, ma questa è in generale una stupenda città, ricca di monumenti da visitare, a cominciare dalla pittoresca piazza delle Erbe, cara a poeti e pittori, al cui centro sorge imponente la fontana di Madonna Verona, dietro la quale si può ammirare il fastoso e barocco Palazzo Maffei. Da qui, attraverso la pedonale via Mazzini, frequentata per lo shopping, si giunge alla famosa Arena.
I Portoni della Bra, porta principale della città all’epoca in cui si pensa che Giulietta e Romeo siano vissuti, sono considerati la via che vide Romeo allontanarsi verso l’esilio pronunciando le famose parole: “Non c’è mondo per me aldilà delle mura di Verona: c’è solo purgatorio, c’è tortura, lo stesso inferno; bandito da qui, è come fossi bandito dal mondo; e l’esilio dal mondo vuol dir morte.“ Un busto bronzeo di William Shakespeare e una targa che cita i celebri versi, ricordano l’epopea Shakespeariana.
La città e fortemente influenzata dal periodo di dinastia della famiglia Della Scala o famiglia Scaligera, che governò sulla città di Verona per centoventicinque anni, dal 1262 al 1387; numerosi monumenti ne sono importante testimonianza.
Il punto migliore per godere un panorama unico di questa città è senza dubbio il Ponte della Pietra sull’Adige, l’unico ponte romano veronese ancora intatto.
“I fioi i vien dal cor
(i figli vengono dal cuore,
e ‘l marì da la porta.”
il marito dalla porta)
PROVERBIO VERONESE
UN NOME DISCUSSO
Fascino e mistero sono due aspetti tipici della città di Verona e lo dimostra da subito il fatto che la stessa origine del nome è tuttora sconosciuta; nel tempo sono state formulate diverse ipotesi sulla sua derivazione, ma il dibattito è ancora aperto.
La presenza del suffisso -ona è presente in molti nomi gallici e da qui nasce la teoria che proprio da lì derivi il nome della città. A sostegno di questo affascinante pensiero esiste anche una leggenda che racconta del mitico fondatore di Verona, il capo gallico Brenno, il quale decise di chiamare il nuovo centro abitato Vae Roma, cioè Maledetta Roma; nel tempo l’appellativo si trasformò in Verona.
Una teoria molto interessante è però che il toponimo sia di origine etrusca, dal momento che in Toscana esistono diversi centri con nomi similari derivati da nomi di persona etruschi: Verone e Verrone e, non molto distante da questi, c’è Verǫlla (già Verunula), fino ad arrivare proprio a Verona, vicino a Lamporecchio.
La prima dichiarazione “etrusca” del toponimo Verona è di Wilhelm Schulze, ma diversi altri esperti studiarono nel tempo questa connessione, che prende spunto anche da un altro fattore: Verona è situata sulle ultime propaggini dei monti Lessini, di fronte alla pianura, rispetto alla quale il centro abitato poteva, soprattutto nel passato, avere la posizione di un “terrazzo naturale” o di un “poggio”; in questo senso l’appellativo di “terrazzo costruito” dall’uomo, creerebbe una diretta correlazione con la lingua etrusca.
Il dibattito ha provocato nel tempo molte controversie, possiamo citare ad esempio Silvio Pieri, che esprimeva così il suo dubbio : «Appena un lieve scrupolo ci potrà suscitare il verone terrazza».
Per onore di cronaca, bisogna comunque ricordare che a contorno di queste controverse storie, esiste tuttavia una teoria secondo cui il nome Verona potrebbe anche essere semplicemente di origine veneta, senza romanzesche vicende a determinarne l’origine: nessuno però accetterebbe mai una storia così priva di fascino per una città singolare come Verona.
IL TOUR DELL’AMORE
Verona è la città degli innamorati e per rendere omaggio a William Shakespeare che l’ha resa celebre in tutto il mondo, è d’obbligo visitare i luoghi in cui è stata ambientata la tragedia romantica per eccellenza: Romeo e Giulietta.
La casa di Giulietta è indubbiamente il punto di partenza di ogni tour romantico, stiamo parlando dello Stallo del Cappello, una vecchia casa-torre risalente al 1200 – 1300, la dimora dei Capuleti secondo la tradizione popolare, non lontano dalla quale si trova quella di Romeo, un rustico castello in mattoni appartenuto alla famiglia dei Montecchi, su cui spicca la tipica merlatura ghibellina a coda di rondine.
La tappa successiva è presso le celebri Arche Scaligere, capolavoro del gotico italiano, per poi percorrere le antiche mura medioevali che cingono la città scaligera, iniziate a costruire in età comunale, sotto la sanguinosa tirannide di Ezzelino da Romano.
L’ultima tappa non può che essere presso la tomba di Giulietta, identificata all’interno del Monastero di San Francesco in Corso, l’unico che all’epoca in cui è ambientata la tragedia si trovava al di fuori della cinta muraria, e quindi l’unico in cui poteva accedere il Romeo esiliato.
All’interno di questo luogo, dove avrebbe soggiornato San Francesco d’Assisi secondo la tradizione, in una sala nella buia e suggestiva cripta, tra le lapidi dei monaci, si trova il sarcofago in marmo rosso che viene indicato come la tomba di Giulietta.
TURISMO ILLUSTRE A VERONA
Verona è costantemente nella top ten delle città più visitate in Italia dagli stranieri, che rappresentano i due terzi del totale visitatori, un attrattività che deve sicuramente molto a Shakespeare, ma senza dubbio anche al fascino dei numerosi monumenti.
Importante è quindi il ruolo dei visitatori che su Verona hanno espresso nel tempo pareri o giudizi sia buoni sia cattivi, soprattutto prima dell’avvento dei social network, l’attuale fonte di informazione turistica per eccellenza.
A parte William Shakespeare, molti sono i non veronesi che hanno parlato di Verona o vi hanno vissuto temporaneamente: Dante Alighieri, durante il suo esilio da Firenze, si trattenne a Verona più volte e fu ospite di Cangrande I della Scala. Altri visitatori illustri furono Goethe, che visitò la Galleria di San Giorgio e rimase colpito dall’animazione della vita cittadina; Lord Byron, che si commosse visitando il sepolcro di Giulietta, e Charles Dickens che ne fu invece deluso, ma nonostante questo scrisse queste belle note: “Deliziosa Verona! Con i suoi bei palazzi antichi e l’incantevole campagna vista in distanza da sentieri praticabili e da solide gallerie con balaustra. Con i suoi tranquilli ponti romani che tracciano la retta via illuminando, nell’odierna luce solare, con tonalità antiche di secoli. Con le chiese marmoree, le alte torri, la ricca architettura che si affaccia sulle antiche e quiete strade nelle quali riecheggiavano le grida dei Montecchi e dei Capuleti”.
Ricordiamo poi Wolfgang Amadeus Mozart, che suonò quattordicenne all’Accademia Filarmonica e nella chiesa di San Tomaso Cantuariense, sul cui organo lasciò incise con il temperino le proprie iniziali e poi ancora Stendhal, Heinrich Heine, Madame de Staël, Carducci e Paul Valéry, che così parlò della: “Verona, con le sue vecchie mura che l’attorniano, i suoi ponti dai parapetti merlati, le sue lunghe e larghe vie, i suoi ricordi del medio evo, ha una grande aria che incute rispetto”.
Con il suo consueto stile ironico, così ne ha invece parlato Camillo Benso Conte di Cavour:“Si arriva con piacere a Verona. La città conserva le vestigia di un’antica grandezza. L’anfiteatro è molto ben conservato e degno della magnificenza romana. Per rispetto a Shakespeare e per scrupolo di coscienza sono andato a vedere la tomba di Romeo e Giulietta. È un abbeveratoio di buoi al quale si è dato un nome pomposo”.