Cultura

Lo Spazio nuova frontiera dell’alimentazione

Sono passati 55 anni dal 20 luglio 1969, quando Apollo XI si posò sulla Luna, portando gli astronauti statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin ad essere i primi umani a passeggiare sul nostro satellite, per poi ricongiungersi con Il terzo membro dell’equipaggio, Michael Collins, pilota del modulo di comando, per tornare sulla Terra, con l’ammaraggio nell’oceano Pacifico il 24 luglio.

A parte negazionisti e amanti delle cospirazioni, che negano la reale conquista della Luna, questo periodo dell’anno continua ad affascinare grandi e piccini, soprattutto oggi che il ritorno di astronauti sul nostro satellite sembra vicino e si parla, con sempre maggiore insistenza, di una possibile colonizzazione di Marte.

Anche se può sembrare strano, lo Spazio presenta molti collegamenti con il cibo e l’alimentazione in generale e non ci stiamo riferendo alla notizia, battuta in questi giorni, del progetto sviluppato da un’agenzia parigina, attiva nell’organizzazione di matrimoni di lusso, che ha deciso di promuovere Stellar Embrace, un ristorante costruito per andare nello spazio, pensato per due sole persone alla volta, costituito da una capsula all’interno di un pallone stratosferico gonfiato a elio, portata a 35 chilometri di distanza dalla Terra.
Un’esperienza senza dubbio elitaria al costo di 750mila euro e della durata totale di 7 ore.

Situazioni ludiche e sensazionaliste come questa a parte, esiste una vera e propria cultura legata all’agricoltura spaziale che si occupa principalmente di supportare la vita umana nello spazio.

Gli esperimenti condotti sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) e in altre missioni spaziali hanno dimostrato la fattibilità della coltivazione delle piante al di fuori dell’atmosfera terrestre, fornendo informazioni scientifiche fondamentali per comprendere quali sistemi di coltivazione e tecniche di irrigazione e nutrizione siano adatte alla microgravità.

Attraverso questi esperimenti, si è scoperto come gli ortaggi da foglia abbiano dimostrato una buona adattabilità alle condizioni di microgravità e sono oggi coltivati con successo a bordo dell’ISS nelle salad machines.

Buoni risultati sono stati ottenuti anche con i cereali, i pomodori nani, le barbabietole, i ravanelli e numerose altre piante.

Nella missione Axiom Mission 3 (Ax-3) del18 gennaio 2024 verso la ISS, in cui il ruolo di pilota è stato ricoperto dall’astronauta italiano Walter Villadei, ha preso avvio l’Italian Space Food Project, che ha portato la pasta italiana nello spazio ed è stato il primo passo per un progetto specifico che lega la cultura alimentare italiana ai viaggi e alla vita nello spazio.

Gli esperimenti sulla coltivazione degli alimenti e sulle diverse tecniche di crescita delle piante forniscono numerose risposte che risultano estremamente utili per comprendere meglio come migliorare le stesse anche sul nostro pianeta, soprattutto in funzione del mutamento climatico che imporrà in futuro regole e comportamenti diversi dall’attuale.

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