Con l’aumento della domanda di cibo a domicilio, generata da una evoluzione naturale del mercato, ma anche dagli effetti del periodo pandemico, nel quale il consumatore era più disposto ad effettuare sperimentazioni culinarie e ordini a distanza, sono nate nuove forme di ristorazione.
In questo senso le Dark Kitchen rappresentano una nuova frontiera per il settore della ristorazione, offrendo nuove opportunità di business e consentendo agli chef di concentrarsi sulla preparazione del cibo senza dover preoccuparsi della gestione di una sala da pranzo.
Siamo in presenza di una Dark Kitchen nei casi in cui il locale non consente ai clienti di accedere fisicamente: sono luoghi dove i cuochi cucinano e preparano esclusivamente piatti per la preparazione e la consegna di cibo a domicilio.
Alcuni chef utilizzano Dark Kitchen di terzi anche solo per testare nuovi piatti e menu, sfruttando l’opportunità di sperimentare nuovi concetti e misurare la risposta del pubblico, prima di introdurre la portata all’interno del menu del proprio ristorante fisico.
In termini formali, per la Camera di Commercio, una Dark Kitchen è da collocarsi nella categoria 56.10.2 (Ristorazione senza somministrazione con preparazione di cibi da asporto; – preparazione di pasti da portar via “take-away” – attività degli esercizi di rosticcerie, friggitorie, pizzerie a taglio eccetera che non dispongono di posti a sedere), ma le direttive in termini di igiene e sicurezza sono le stesse di un ristorante tradizionale e devono sottostare alle normative HACCP, oltre a necessitare di un investimento importante per attrezzare la cucina.
Esiste comunque un’alternativa più semplice e decisamente low-cost che, almeno in linea teorica, consente a chiunque di aprire il proprio ristorante: si tratta del cosiddetto “ristorante virtuale”, che si basa sull’utilizzo delle strutture esistenti per preparare cibi destinati esclusivamente alla consegna a domicilio.
Non ne avete ancora sentito parlare? Scoprite qui come questa nuova realtà sta conquistando spazio all’interno del mercato italiano.