Il tartufo è un frutto della terra conosciuto dai tempi più antichi. Si hanno testimonianze della sua presenza nella dieta del popolo dei sumeri ed al tempo del patriarca Giacobbe intorno al 1700 – 1600 a.C.
Nel corso della sua lunga storia, il tartufo ha avuto gli appellativi più svariati: Plinio, non trovando di meglio, lo definì “callo della terra”, il medico arabo Rhazes un ortaggio e Avicenna, altro arabo, un fungo. L’attuale prestigio del tartufo è legato però fortemente ad un personaggio dei giorni nostri, ovvero Giacomo Morra, albergatore e ristoratore di Alba, il quale intuì la possibilità di rendere il Tartufo un oggetto di culto a livello internazionale, dandogli un nome “Tartufo d’Alba” e collegandolo a un evento di richiamo turistico e enogastronomico. Nel 1949 Morra ebbe anche la brillante idea di regalare il miglior esemplare raccolto quell’anno alla famosissima attrice Rita Haywort, dando inizio ad una tradizione che toccò successivamente a personaggi quali: il Presidente degli Stati Uniti Harry Truman nel 1951, Joe Di Maggio e Marylin Monroe nel 1954, Papa Paolo VI nel 1965 e in epoca più recente Sofia Loren, Alfred Hitchkok, Ronald Regan, Gianni Agnelli, il Principe Alberto di Monaco, solo per citarne alcuni. Tecnicamente parlando, il tartufo è un fungo che vive sottoterra, a forma di tubero costituito da una massa carnosa, detta “gleba”, rivestita da una sorta di corteccia chiamata “peridio”. Il Piemonte è la regione italiana dove si trovano i tartufi più pregiati d’Italia: il tartufo più importante, anche a livello mondiale, è senz’altro il Tartufo Bianco Pregiato che dalla città di Alba prende la denominazione commerciale. Vengono comunque ritrovati, anche se in misura minore, tutti gli altri tartufi: il Tartufo Nero Pregiato, lo Scorzone, l’Uncinato e anche specie meno pregiate quali il Moscato ed il Nero Ordinario o Brumale.
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