Un tranquillo weekend a Brunico
Per quanti sognano un piacevole weekend, in un luogo tranquillo, accogliente, dove natura e storia si incontrano in uno scenario romantico, che sembra essere stato creato da un’artista proprio per sognare, allora Brunico e i suoi dintorni sono di certo una meta consigliabile. Ci troviamo in Trentino Alto-Adige, al centro dell’incantevole Val Pusteria, nel cuore di un’ampia cerchia di colline selvose sulle quali si disegnano sagome di ameni castelli: proprio qui, a 838 metri sul livello del mare, adagiata ai piedi di splendide montagne, sorge Brunico, una cittadina che conta meno di 14.000 abitanti, il cui patrono è Maria SS. Assunta. Il nome prende origine da un vescovo di Bressanone del XIII secolo che, secondo quanto si tramanda, si chiamava appunto Bruno e ne fu il fondatore. In realtà la città conserva tracce ben più remote, testimoniate da ritrovamenti risalenti alle età della Pietra, del Bronzo e del Ferro, come ad esempio la famosa ascia di pietra di Rasun; numerosi sono anche i resti di epoca romana e da lì si susseguono ulteriori ritrovamenti che, presumibilmente proprio per garantirne la sicurezza e la conservazione, convinsero il principe-vescovo Bruno di Bullenstätten e Kirchberg ad edificare intorno al 1250 il castello e la città di Brunico. Oggi la moderna cittadina, caratterizzata dalle case merlate, i balconi fioriti, le insegne singolari e rilucenti, conserva tutti i suoi ricordi nel Museo Provinciale degli usi e costumi, fondato nel 1976 nella frazione di Teodone. Brunico può essere considerato un ottimo punto di partenza per piacevoli e suggestive escursioni.
Il Castello di Tures
Il castello di Taufers risale ai primi del XIII secolo e si trova nel comune di Campo Tures, a soli 15 chilometri dal centro di Brunico. E’ un’imponente fortificazione che si erge davanti allo scenario delle Alpi ancora oggi in ottimo stato di conservazione. La torre maestra, che consentiva di controllare il punto più scoperto della valle, l’unico da cui era possibile un attacco nemico fu edificata per prima su un terrapieno roccioso bagnato dal torrente Aurina. Alla torre si aggiunse in breve tempo il mastio, chiave di volta della struttura del castello e, più in basso, la zona residenziale. Il castello fu poi ingrandito fra il 1484 e il 1486 per opera di Hans von Tobel, armaiolo di castel Rodeneck, su mandato del Principe Vescovo di Bressanone Georg Golser. L’ala sud-ovest, terminata nel 1535, venne a completare la stupenda struttura di questo castello, che tramanda ancora oggi curiose leggende. Una di queste riguarda la camera dove, dopo l’uccisione del promesso sposo il giorno delle nozze, Margarete Von Taufers visse isolata e in lacrime per sette anni prima di gettarsi dalla finestra: si dice che nelle notti di luna piena è possibile sentire il suo spettro piangere e tra i testimoni si annovero Alberto Sordi che vi soggiornò durante le riprese del film “La più bella serata della mia vita”.
Il Castello di Casteldarne
A meno di 10 chilometri da Brunico, sopra al fiume Rienza, a 800 m sopra il livello del mare, troneggia il maestoso castello di Casteldarne. Questo castello fuori dal comune è diviso in due parti: sul lato sud la parte vecchia rimasta intatta, ad est la parte barocca, ristrutturata nel 1700. L’imponente atrio ad arcate ed il prezioso arredamento interno di questo sfarzoso castello, arricchito da affreschi, quadri e mobili unici, proietta ogni visitatore nella splendida età barocca. In realtà, tutta la zona circostante Chienes, il paese vicino al quale sorge il famoso castello, invita a fare passeggiate ed escursioni durante l’intero arco dell’anno: la natura incantevole trasforma la vacanza in un’esperienza indimenticabile, immersi in uno scenario simile alla tipica ambientazione delle fiabe. Un’atmosfera del tutto particolare è ad esempio creata dall’idilliaco laghetto di Issingo, un piccolo lago palustre collocato al centro di un bosco misto.
La Val Badia
Procedendo da Brunico verso sud, si attraversa lo splendido scenario della Val Badia, che scorre lungo il corso del rio Gadera. Questa terra è popolata prevalentemente da ladini che, secondo il censimento Istat del 2011, rappresentano il 94% della popolazione locale. La strada che l’attraversa era un tempo molto tortuosa e stretta e fu teatro di un grave incidente nel 1993, a seguito del quale fu totalmente ristrutturata e, dal dicembre 2006, l’attraversamento è divenuto estremamente scorrevole. Ogni punto è buono per soffermarsi ad ammirare lo spettacolo unico della natura, teatro ideale per lunghe passeggiate nel periodo estivo, meta ricercata per gli sciatori nel periodo invernale, grazie ai 130 chilometri di piste innevate. Il centro più grande della Val Badia, situato a ben 1.568 metri sopra il livello del mare, è Corvara (in tedesco Kurfar), un comune di 1.266 abitanti che forma, assieme ad altri 17 comuni, la zona definita “Ladinia”. Per gli appassionati di sport è utile ricordare che negli ultimi anni, Corvara è stata più volte meta d’arrivo di una tappa del Giro ciclistico d’Italia.
Parco Naturale delle Dolomiti di Sesto
Il Parco Naturale Dolomiti di Sesto si estende su una superfice di 11.635 ettari e comprende parte dei comuni di Dobbiaco, Sesto e San Candido. Il Parco è stato approvato in data 22 dicembre 1981 e si trova nel settore nord-orientale delle Dolomiti, delimitato a Nord dalla Val Pusteria, ad Est dalla Val di Sesto, a Sud dal confine con la provincia di Belluno e ad Ovest dalla Val di Landro. Due terzi circa del territorio del parco naturale sono costituiti da rocce e detriti, su cui riescono a crescere solo piante pioniere, che riescono cioè a prosperare in aree inospitali. Nei settori piú stabilizzati degli ammassi detritici crescono stentatamente alberi come i larici e i pini cembri, alternati ad estese mughete: ci vorranno millenni fino a che non si saranno sviluppati terreni sufficientemente ricchi e fertili per la crescita di una rigogliosa vegetazione. In collaborazione con le associazioni turistiche dei Comuni del parco, l’Ufficio parchi naturali, organizza, nei mesi estivi, delle escursioni naturalistiche che consentono di conoscere le bellezze della zona e stare a contatto con la natura. I più fortunati avranno l’opportunità di ammirare l’incontrastata regina dell’alta montagna: l’aquila reale, un rapace che si nutre prevalentemente di marmotte e nidifica su sporgenze rocciose riparate, dove ogni anno dà alla luce uno o più raramente due piccoli. Nel silenzio della natura è possibile però imbattersi anche nei camosci e caprioli o anche incontrare il picchio, la civetta nana, il gallo cedrone e il fagiano di monte.