Chieti, città aperta
La provincia di Chieti è caratterizzata da un territorio prevalentemente collinare e montano, nel quale si alternano numerose valli parallele, nella maggior parte delle quali scorrono corsi d’acqua. Mentre a nord il territorio è per lo più aspro e disabitato, nella parte più meridionale si presenta più dolce e ricco di piccoli insediamenti sparsi.
Una parte molto significativa della superficie è coperta da aree boschive, nelle quali sono presenti molte riserve naturali, atte a salvaguardare, valorizzare e promuovere il patrimonio di boschi che caratterizza questa provincia. Non ultime, le coste bagnate dal Mare Adriatico sono molto varie, si alternano infatti tratti di spiaggia bassa e sabbiosa o di ciottoli a tratti alti e rocciosi che degradano sul mare.
La città capoluogo di provincia, è stata in passato capitale del popolo dei Marrucini, municipio al tempo dei Romani, ed in età borbonica, capoluogo dell’Abruzzo Citeriore; durante la Seconda guerra mondiale, è stata dichiarata, come Roma e Firenze, città aperta.
Non molti sanno che L’espressione città aperta si riferisce a una città ceduta, per accordo esplicito o tacito tra le parti belligeranti, alle forze nemiche senza combattimenti con lo scopo di evitarne la distruzione; una situazione che avviene nei casi si vogliano salvaguardare opere di particolare interesse storico o culturale della città. A differenza di Firenze, dichiarata città aperta dall’esercito tedesco nel luglio 1944, ma che di fatto non lo fu mai e Roma, dichiarata unilateralmente città aperta il 14 agosto 1943, ma solo dalle autorità italiane, senza il riconoscimento da parte dell’esercito tedesco, Chieti fu effettivamente considerata città aperta a partire dal 24 marzo 1944, grazie soprattutto alle richieste dell’arcivescovo di Chieti-Vasto Giuseppe Venturi al comando tedesco a Roma.
UN GIRO IN CITTÀ
Un mix di architettura, arte, storia e innovazione, si miscelano in Chieti, che gode di un’ equidistanza fra mare e montagna e che, essendo posta sulla sommità di un colle, diviene perla di un territorio che fa l’occhiolino alla Riviera adriatica e altresì prossima alla Majella e al Gran Sasso, quindi immersa e contornata da scorci paesaggistici fenomenali.
La città di Chieti è posizionata a circa 330 metri sul livello del mare, una cittadina di circa 50 mila abitanti, dagli anni ’60 sede, insieme con Pescara, dell’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio”.
Tra le più antiche città d’Italia, Chieti vanta un gran numero di santuari, aree archeologiche e riserve naturali di grande interesse turistico. Secondo la leggenda fu fondata dall’invincibile eroe Achille, che la chiamò Teate in onore di sua madre, ma in realtà varie ipotesi attribuiscono la sua fondazione ai romani.
Chieti anticamente denominata anche Teate Marrucinorum, probabilmente in riferimento alla collina sulla quale essa era sorta, conserva tutta la bellezza dell’epoca romana e medievale: le sue strade sono ricche di testimonianze artistiche che ci fanno subito capire come questa città sia stata per lungo tempo il centro culturale di diversi popoli.
Come molte realtà comunali italiane, Chieti svela un doppio profilo, che divide la città su due livelli: Chieti Alta il nucleo storico, è situata sul colle, mentre Chieti Scalo, la parte moderna della città, è adagiata nella vallata a nord della collina e si estende fino all’argine destro del fiume Alento.
Numerosi sono i luoghi sacri di grande interesse: la Cattedrale di San Giustino, l’Oratorio del Sacro Monte dei Morti, la Chiesa di San Francesco al Corso e la Chiesetta di Santa Maria Calvona, giusto per fare qualche esempio, ma anche l’architettura civile ha i suoi pezzi assolutamente preziosi, come Villa Frigerj, Palazzo Fasoli e il Palazzo della Banca d’Italia.
UNA CITTÀ, MILLE FESTE
A Chieti numerose e coinvolgenti tradizioni folcloristiche hanno luogo in molti periodi dell’anno. La manifestazione più celebre è “la Processione del Venerdì Santo”, toccante e suggestiva rievocazione della Passione di Cristo, che si narra si ripeta dall’anno 842 quasi ininterrottamente.
A seguire anche “il Maggio Teatino” che include tanti eventi e che, attraverso l’identificazione con il pupazzo del Majo, permette di accertare e consacrare la propiziazione dei raccolti, ma anche il trionfo della Primavera. Da non dimenticare il pomposo Carnevale Teatino, un evento che rappresenta tutto l’Abruzzo e non solo il territorio di Chieti, durante il quale vi è un corteo con abiti e balli tradizionali, ornamenti fastosi e la pantomima del Processo, della Condanna, del Funerale, nonché del Falò, di re Carnevale. Il Fantoccio di Re Carnevale bruciato alla fine, è legato ai riti di purificazione, fecondazione e risveglio della primavera.
Fra le innumerevoli manifestazioni che si svolgono durante l’anno in città da menzionare sono anche “l’Infiorata del Corpus Domini” e il partecipatissimo “Presepe Vivente” dove oltre trecento sono i personaggi che animano questa spettacolare rievocazione, che si svolge in un magico spettacolo di luci, con sottofondo di coinvolgenti musiche e canti.
Per finire non si può non ricordare che Chieti, con i suoi scorsi e le suggestive vedute, ha ispirato diversi registi dietro la macchina da presa, divenendo set di importanti pellicole cinematografiche, prima e forse più nota è “Sciopèn” (vincitore del Leone d’Oro alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nel 1982) del regista teatino Luciano Odorisio, con Giuliana De Sio, Michele Placido, Adalberto Maria Merlo. La sceneggiatura racconta di un gruppo di notabili del posto, che cerca di ricostituire una grande orchestra stabile.
Il successo ha probabilmente ispirato il regista a ripetersi, nel 1988, con il film “Via Paradiso” con Michele Placido, protagonista di una tipica storia di provincia.